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Scuola dopo il Coronavirus

La scuola durante il Coronavirus in Italia è complessa. Senza nessun tempo per prepararsi gli alunni si sono ritrovati a seguire le videolezioni ai computer dei genitori. I maestri e i professori, poi, hanno dovuto imparare (in fretta) un nuovo mestiere, quello dell’eLearning. Non è detto, infatti, che un buon precettore sappia declinare il suo mestiere in versione telematica. Non è neanche detto che tutti questi soggetti abbiano i giusti strumenti a disposizione (tra computer e connessione decente). Quale scenario ci aspetta nei prossimi mesi? Come sarà la scuola dopo il Coronavirus?

La scuola cinese dopo il Coronavirus

Non sappiamo (e possiamo) leggere il futuro. Le risposte ai quesiti appena posti non si possono dare ora con certezza ma possiamo usare il cervello. Significa che possiamo guardare “in casa” a chi sta seguendo la nostra stessa sorte ma è partito prima. E’ il caso della Cina che sta affrontando con estrema cautela il ritorno a scuola di bambini e ragazzi dopo il Coronavirus. Ecco quali sono le regole che tutti devono rispettare per evitare la diffusione di nuovi contagi.

Le regole per tornare a scuola

Le province della Cina nordoccidentale, che sono state le meno colpite dall’emergenza Coronavirus, hanno riaperto le scuole dopo che, per trenta giorni, non hanno registrato alcun nuovo contagio. Lo hanno fatto ma imponendo comunque l’obbligo di seguire regole ben precise per evitare di ritrovarsi nuovamente in una fase di emergenza.

Quali sono? I provvedimenti presi sono molti, tra cui:

  • banchi singoli;
  • lastra di plexiglass tra un banco e l’altro;
  • obbligo di indossare la mascherina durante le lezioni in aula;
  • disinfestazione delle classi dalle 3 alle 6 volte al giorno.

E’ talmente forte l’importanza delle regole da seguire per tornare a scuola dopo il Coronavirus che sono previsti severi controlli di ingresso. Gli studenti:

  • si mettono in fila per farsi misurare la temperatura con un termometro a infrarossi o termocamera;
  • devono sempre rispettare le distanze sociali;
  • si devono lavare regolarmente le mani con i disinfettanti disponibili negli appositi dispenser ad ogni cambio.

Contesto sociale delle regola

Un’altra cosa che si può capire della nostra scuola dopo il Coronavirus guardando la Cina è che, a seconda dei diversi istituti formativi, i protocolli possono variare un po’. Ad esempio, c’è una scuola di Guang’an, città nella provincia del Sichuan, che ha deciso di far indossare agli studenti una visiera di plastica come quella dei medici. La scuola di Hangzhou fa indossare ai suoi studenti degli originali e ampi cappelli che garantiscono che la distanza tra i piccoli sia sempre di 1 metro. E’ chiaro che in Italia le regioni avranno ampi margini di manovra come sta succedendo in queste realtà cinesi.

La gestione delle aree comuni

Un altro punto critico della scuola dopo il Coronavirus è la preoccupazione per il contatto tra bambini e ragazzi nelle aree comuni come la sala mensa. Come risolvere? Alcuni centri, sempre in Cina, hanno posizionato singole partizioni per separare i commensali. Altre scuole hanno preferito, invece, evitare le partizioni scegliendo di lasciare spazi aperti, delimitati dalla mancanza di sedie, in modo da mantenere le giuste distanze.

I tempi del ritorno

Cina a parte, quando sarà una realtà la scuola dopo il Coronavirus in Italia? Un po’ come sta avvenendo nelle altre nazioni europee che hanno pianificato una riapertura delle aule tra aprile e maggio, si è deciso per un ritorno alle aule progressivo. Ce la possiamo fare. Consideriamo, infatti, che città come Pechino o Shanghai, che hanno una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti, riapriranno alcuni istituti già lunedì prossimo in un progetto pilota di quattro giorni e il resto dei centri li seguirà il 6 maggio. Quel giorno segnerà anche il ritorno alle aule di Wuhan, epicentro della pandemia, dove i pompieri sono incaricati di disinfettare a fondo gli istituti.

Insomma è chiaro in tutta la Cina le cose stanno ripartendo.

Dobbiamo solo aver pazienza e aspettare. Noi di Cassa Mutua Lazio abbiamo sempre sostenuto i ragazzi. Lo dimostrano strumenti come le borse di studio che eroghiamo ogni anno per dare un piccolo meritato aiuto a chi si è distinto tra i banchi di scuola.

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