
Anche se la prova costume è lontana rimanere in forma è importante sempre. Fa bene all’autostima ma, soprattutto, fa bene alla salute. Riconoscere l’importanza della prevenzione nel benessere, infatti, passa anche dal saper individuare un corretto stile di vita e perseguirlo. Nell’ottica di perdere peso ci si domanda se sia possibile vivere senza carboidrati. Rispondiamo al quesito in quest’articolo.
Diete a basso tenore di carboidrati
Vivere senza carboidrati passa anche dal seguire una dieta che prevede una restrizione del carboidrato, intendendo non solo pane, pasta, pizza e vari dolci, ma includendo ogni forma di carboidrato, quindi anche legumi, frutta e verdura.
Infatti, in base al contenuto di carboidrati distinguiamo:
- Le Diete Low Carb (a basso contenuto di carboidrati) contenenti meno di 100 g di carboidrati al giorno, che sono composte sostanzialmente da una porzione di frutta, due di verdura ed un panino da 50g.
- Le Very Low Carb Diet (a bassissimo contenuto di carboidrati) contenenti tra i 20 ed i 70 g di carboidrati al giorno, sostanzialmente divise in un un frutto e una/due porzioni di verdure;
- Le Diete Chetogeniche, contenenti meno di 20g giornalieri di carboidrati.
La sicurezza della dieta impone di non avventurarsi da soli in questi percorsi. Ecco perché va detto che la prima delle tre risulta essere la dieta più sicura, mentre le altri due vanno gestite da una figura professionale preparata sul tema.
Le funzioni ha il carboidrato nell’organismo
Se si punta a vivere senza carboidrati, è bene sapere a cosa si rinuncia. I carboidrati hanno una funzione energetica molto importante, infatti rappresentano il primo macronutriente energeticamente utile:
Basti pensare che tutti i tessuti consumano glucosio, in particolare il solo sistema nervoso centrale necessita di circa 180 grammi di glucosio al giorno per svolgere le proprie funzioni in maniera ottimale.
Alcuni carboidrati sono importanti fonti nutritive per il microbiota intestinale che da quest’ultimo vengono fermentati e processati.
Tra le atre funzioni dei carboidrati c’è da annoverare:
- la funzione plastica
- la funzione formativa di acidi nucleici e di strutture nervose.
Vantaggi di vivere senza carboidrati
La restrizione del carboidrato attiva un meccanismo per cui il corpo intacca il tessuto adiposo per soddisfare le richieste energetiche e questo comporta un consequenziale dimagrimento:
Dal catabolismo degli acidi grassi derivano i corpi chetonici (dieta chetogenica appunto) che permettono di soddisfare il metabolismo energetico.
Se biochimicamente vivere senza carboidrati è possibile va tenuto a mente che l’eliminazione dei carboidrati comporta:
- Emicrania, stanchezza generale, nausea e difficoltà di concentrazione;
- Stitichezza e disturbi dell’alvo, proprio a causa di una diminuzione dell’introito di fibre;
- Condizione di acidosi dovuta alla presenza di corpi chetonici;
- Alterazione della sfera sociale;
- Riduzione della sensibilità all’insulina;
Conclusioni
Ecco perché è poco sensato vivere senza carboidrati: puntate, invece, ad una riduzione del carboidrato per brevi periodi per ottimizzare il dimagrimento ed in relazione ad alcune condizioni cliniche.
Questo vi darà modo di perdere peso in modo evidente ed esteticamente appagante ma senza farvi del male. Alcune note morti di attrici americane dimostrano quanto perdere peso velocemente non solo sia sbagliato per la salute generale del corpo ma sia anche rischioso.
Vivere senza carboidrati è un tema che si lega all’obesità e forse anche all’obesità infantile.
Cos’è il modello carboidrati-insulina
In contrasto con il modello del bilancio energetico, ci dice che:
L’eccesso di cibo non è la causa principale dell’obesità infantile. Al contrario, il modello carboidrati-insulina attribuisce gran parte della colpa dell’attuale epidemia di obesità ai moderni modelli dietetici caratterizzati da un consumo eccessivo di alimenti ad alto carico glicemico: in particolare, carboidrati trasformati e rapidamente digeribili. Questi alimenti causano risposte ormonali che modificano radicalmente il nostro metabolismo, determinando l’accumulo di grasso, l’aumento di peso e, di conseguenza, l’obesità.
Semplificando il discorso, significa che, quando mangiamo carboidrati altamente trasformati, il corpo aumenta la secrezione di insulina e sopprime la secrezione di glucagone. Questo, a sua volta, segnala alle cellule adipose di immagazzinare più calorie, lasciando meno calorie disponibili per alimentare i muscoli e altri tessuti metabolicamente attivi. Il cervello percepisce che il corpo non riceve abbastanza energia, il che, a sua volta, porta a sensazioni di fame. Inoltre, il metabolismo può rallentare nel tentativo del corpo di risparmiare carburante. Pertanto, tendiamo a rimanere affamati, anche se continuiamo ad aumentare il grasso in eccesso.