
Non c’è due senza tre. Piove sul bagnato. Al peggio non c’è mai fine. Esistono tanti proverbi popolari per far capire quanto complessa sia la situazione sanitaria del Veneto in questi giorni. L’esplosione del virus killer non ci voleva proprio. Non ci voleva in generale ma non ci voleva ancor più nello specifico di una situazione di pandemia mondiale dove sono mesi che ci impegniamo a lottare contro il contagio da Covid-19. Adesso che la questione sale in cima all’agenda setting arrivano le dichiarazioni importanti ma prima contestualizziamo il tema.
Cos’è il Citrobacter
Si tratta di un virus killer di cui non si conosce granché. Tecnicamente è un batterio comune, isolato in Italia la prima volta da un gruppo di microbiologi di Lecco, Siena e Firenze. E’ presente all’interno dell’intestino e causa principalmente:
- infezioni delle vie urinarie;
- più raramente encefaliti infantili.
La trasmissione del citrobactere può essere verticale, da madre a figlio e da persona a persona. La pericolosità del batterio arriva dall’aver sviluppato un’ostinata antibiotico- resistenza, se non alla Colistina, che è però particolarmente tossico per reni e per il sistema nervoso centrale.
La testimonianza di una vittima
Il quotidiano L’Arena ha raccolto la testimonianza di una mamma vittima del virus killer che riportiamo per dovere di cronaca:
Mia figlia ha il 70 per cento del cervello bruciato. È nata sana il 4 marzo, anche se prematura di 30 settimane. Adesso ha un grave handicap neurologico. È stata tra la vita e la morte più volte durante i lunghi mesi di ricovero in terapia intensiva neonatale a Borgo Trento, ma ha tenuto duro ed è rimasta qui. È disabile, con un idrocefalo destinato a peggiorare, dolori e crisi epilettiche, bisognosa di riabilitazione, farmaci, assistenza totale.
A mia figlia è stato tolto di diritto alla salute, perché in ospedale sapevano, quando sono andata a partorirla, che c’era questo Citrobacter e che tutti i piccoli erano a rischio. Eppure nessuno mi ha detto niente.
Le parole del Presidente Zaia sul virus killer
Il Presidente del Veneto Luca Zaia ha pubblicamente commentato la tragedia dei neonati uccisi dal Citrobacter in un ospedale di Verona con queste parole:
Siamo davanti a un’infezione ospedaliera dovuta a uno dei batteri più terribili, che si trascina da mesi se non da anni. Può accadere che nei reparti ci siano infezioni temporanee, ma questa si è protratta a lungo. Ho chiesto al direttore dell’Azienda ospedaliera di valutare le misure necessarie per l’autotutela.
Poi il Presidente individua una strada precisa per battere il virus killer:
In merito al batterio che ha colpito la neonatologia di Verona, abbiamo auspicato che il dirigente prenda decisioni anche verso gli attori della vicenda precisando che ogni iniziativa deve arrivare dall’Azienda, non sono dipendenti diretti della Regione. Noi abbiamo chiesto che si intervenga. Le famiglie hanno diritto ad avere giustizia.
La lettera a Mantoan
Sul virus killer s’é parlato molto anche per via di una lettera inviata al Direttore Generale della Sanità Regionale, Domenico Mantoan, in cui il Presidente invita a:
effettuare tutte le verifiche necessarie a individuare eventuali responsabilità dei collaboratori e ad assumere tutti i provvedimenti urgenti consentiti dall’ordinamento, anche in via cautelare.
La protesta della mamma
Nel frattempo continua ad oltranza, davanti all’Ospedale, la protesta di Francesca Frezza, la mamma di una delle bambine morte proprio a causa del Citrobacter nel 2019. Era stata proprio lei la prima a denunciare i casi d’infezione nel più importante punto nascite del Veneto, dove avvengono più di tremila parti all’anno, e che è stato riaperto il primo settembre dopo due mesi e mezzo di stop per debellare proprio quel batterio-killer.
Le dichiarazioni della mamma
E così, sul virus killer, la mamma in questione dice:
Mi chiedo perché si sono attesi due anni prima di chiudere. Si sarebbero evitate morti e oggi mia figlia sarebbe qui con me.
Che sia malasanità o il concatenarsi di una situazione poco fortunata nel bel mezzo di un’epidemia mondiale come quella del Coronavirus, è bene saperne quanto più possibile su questo virus killer. Perché la prevenzione passa anche e soprattutto dall’informazione e noi teniamo sempre informati sulla salute i nostri soci.