
La riapertura delle scuole è uno dei temi caldi del momento. I bambini sono stati davvero penalizzati nella loro istruzione e non sembra che lo scenario futuro sia ottimale. Quello che succede in Italia più o meno lo sappiamo tutti ma l’emergenza Coronavirus come sta agendo sulla riapertura delle scuole nel mondo?
Le linee guida
Le linee guida sulla riapertura delle scuole nel mondo le detta l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stabilito che tutti gli studenti dai 12 anni in su devono indossare la mascherina.. Secondo Hans Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa:
Non è possibile aprire le società senza prima aprire le scuole ma il nodo della questione è che la riapertura delle scuole dipende essenzialmente dal livello di trasmissione nelle comunità, e per questo le misure di base vanno applicate ovunque.
I numeri parlano chiaro. Secondo un recente rapporto dell’UNICEF, dall’inizio della pandemia, un miliardo e mezzo di bambini in tutto il mondo sono rimasti a casa per via delle norme di sicurezza imposte per evitare la diffusione del contagio da Coronavirus. Si pensa che in questi mesi, con le scuole chiuse, 463 milioni di bambini non abbiano avuto accesso all’istruzione per via della mancanza di strumenti adatti alla formazione a distanza.
La situazione della riapertura delle scuole nel mondo
Ecco, allo stato attuale, come si stanno comportando i diversi paesi.
Danimarca
La Danimarca è stato il primo paese in Europa a riaprire le scuole lo scorso 15 aprile, ed è riuscita a farlo senza grosse difficoltà anche grazie a un efficace sistema di tracciamento dei contatti. Per questo, è stata vista come uno dei paesi più virtuosi da prendere come esempio per la gestione della riapertura delle scuole.
In Danimarca i bambini da 2 a 12 anni vengono separati in “bolle protettive”, cioè piccoli gruppi che non entrano in contatto fra loro, così che in caso di contagio la “bolla” della persona contagiata si possa isolare facilmente senza che l’intera classe debba stare a casa in quarantena. Inoltre sono state previste entrate scaglionate e orari diversi, anche per il pranzo; la mascherina non è obbligatoria, però gli studenti devono lavarsi le mani ogni due ore e non è consentito l’accesso dei genitori alle scuole.
Israele
Circa la riapertura delle scuole nel mondo, uno dei paesi dove le cose non sono andate bene è Israele, dove le scuole erano già state riaperte a maggio ma con risultati negativi. Contando su una notevole riduzione dei contagi – 628 al giorno di media nella settimana del 3 aprile contro la ventina della settimana del 17 maggio – il governo aveva autorizzato la riapertura delle scuole. Tuttavia, un focolaio riscontrato in una scuola superiore di Gerusalemme aveva costretto il governo a chiudere più di 240 istituti. Alla fine dell’anno scolastico, a giugno, erano risultati positivi 977 studenti.
In questi giorni il ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Gallan ha detto che le scuole riapriranno regolarmente il 1° settembre: per il momento senza l’uso della mascherina, per via del grande caldo. Nel caso venga accertato uno studente positivo la scuola resterà aperta, mentre soltanto la classe dove viene riscontrato l’eventuale contagio dovrà trascorrere un periodo di quarantena a casa. La situazione desta comunque preoccupazione perché, secondo quanto ha ricostruito El Diario, in questi giorni la media settimanale dei contagi registrati in Israele è più che duplicata rispetto al picco della pandemia: ad aprile la media settimanale di contagi era di 628 casi, mentre nell’ultima settimana è stata di 1.389, su quasi nove milioni di abitanti.
Germania
Sulla riapertura delle scuole, l’approccio della Germania varia in larga parte in base alle caratteristiche di ciascun “land” (nome con cui si indicano gli stati federali tedeschi). Già il 3 agosto, per esempio, le scuole hanno potuto riaprire nel land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore e il 12 nella Renania Settentrionale-Vestfalia, ma anche nelle città di Berlino e Amburgo.
In Germania nell’ultima settimana sono stati registrati in media 1.377 nuovi contagi al giorno, con un lieve aumento rispetto alle settimane precedenti; a Berlino, una settimana dopo la riapertura delle scuole, sono stati accertati contagi in almeno 41 delle 825 scuole presenti. I bambini e i dipendenti della scuola contagiati sono stati messi in quarantena, ma secondo le autorità locali citate dal quotidiano tedesco Berliner Zeitung si tratta di casi isolati e non di focolai.
Nelle scuole tedesche bisogna mantenere il distanziamento fisico ma l’obbligatorietà della mascherina varia da land a land: a Berlino bisogna indossarla nelle aree comuni delle scuole ma non nelle aule; in Renania Settentrionale-Vestfalia, la zona più popolosa della Germania e una di quelle considerate più a rischio, è invece obbligatoria anche durante le lezioni.
Regno Unito
Nell situazione generale della riapertura delle scuole nel mondo, la Gran Bretagna è stata uno dei paesi più indecisi sul da farsi all’inizio della pandemia, e anche a ridosso dell’apertura delle scuole ha dato delle indicazioni poco chiare: inizialmente il primo ministro Boris Johnson si era opposto all’uso delle mascherine a scuola, dicendo che «non si poteva insegnare col volto coperto, così come non ci si poteva aspettare di imparare con il volto coperto». Negli ultimi giorni, però, il governo ha fatto marcia indietro e deciso che gli studenti dagli 11 ai 18 anni dovranno indossare la mascherina in tutte le aree comuni delle scuole, in ottemperanza alle indicazioni dell’OMS.
La decisione del governo è arrivata all’ultimo momento, quando nel Leicestershire, nell’Inghilterra centrale, le scuole erano già state riaperte, causando peraltro una certa irritazione tra gli insegnanti. Per i bambini sotto gli 11 anni la mascherina non è obbligatoria, ma i presidi delle scuole potranno comunque decidere di farla indossare se lo riterranno opportuno. Anche in Scozia gli studenti delle scuole medie e superiori dovranno indossare la mascherina nei corridoi, nelle aree comuni e sugli scuolabus ma non nelle aule, dove sono state messe in atto misure per agevolare il distanziamento fisico.
Stati Uniti
Malgrado negli Stati Uniti l’epidemia da Coronavirus si stesse ancora diffondendo velocemente e i picchi di contagi fossero stati registrati meno di due settimane prima, l’apertura delle scuole era stata autorizzata già per i primi di agosto, con pesanti conseguenze fin da subito un po’ in tutti gli stati. Per esempio nel distretto scolastico della contea di Cherokee, in Georgia, nel sud-est degli Stati Uniti, sono stati segnalati diversi contagi già il primo giorno dell’apertura e nel giro di pochi giorni sono rimaste a casa in quarantena quasi 1.200 persone tra studenti e personale scolastico. In Mississippi a oggi sono stati segnalati contagi in 71 degli 82 distretti scolastici.
Come ha spiegato il New York Times, la riapertura delle scuole è un tema che ha diviso le autorità locali e l’opinione pubblica in tutti gli Stati Uniti: ciascuno stato ha una certa autonomia decisionale, ma presidi, insegnanti e genitori si sono scontrati su ciò che secondo loro sarebbe stato più giusto o più sicuro fare, in particolare nelle comunità rurali, mentre l’amministrazione Trump ha spinto per una riapertura praticamente indiscriminata.
Quello che dimostra questo excursus sulla riapertura delle scuole nel mondo, insomma, è che c’è grande confusione sul tema. L’unica salvezza è solo l’informazione che noi ci premuriamo di dare ai nostri soci in tutti i nostri canali.