
Si è molto discusso sull’utilizzo di un’applicazione per monitorare i contagi in Italia. Se n’è fatta una questione etica e morale e c’è stata grande riflessione sull’ipotesi di essere sempre geolocalizzati e comunque “discriminati” seppur per motivi di salute nazionale. Non è questa la sede per riprendere le fila del discorso ma piuttosto è interessante iniziare a capire l’impatto che questo strumento sta avendo su di noi. E’ usato? Funziona? Ci troviamo bene? Dei primi importanti risultati dell’app Immuni parliamo qua di seguito.
I numeri del download dell’app Immuni
Tra i possibili risultati dell’app Immuni il più evidente è quanti download dell’applicazione sono stati eseguiti. Lo spiega la ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, con queste parole:
Siamo arrivati a 4 milioni di download, per essere in Italia è un ottimo risultato. Pian piano prenderà piede, i download sono continui.
A poco più di due mesi dal via della sperimentazione dell’applicazione per la notifica di esposizioni al rischio di contagio da Covid-19, è tempo di tracciare un primo bilancio positivo dell’iniziativa. In occasione del talk dedicato all’Innovazione di #piudiprima – la campagna di comunicazione che l’Agenzia Nazionale per i Giovani sta realizzando per il Ministro delle Politiche Giovanili e lo Sport con il supporto di Google e YouTube, la Ministra lo ha fatto di fronte alla communities di Skuola.net e degli youtuber e di di fronte al tecno-influencer Andrea Galeazzi.
Dove migliorare
Come dice apertamente la ministra Pisano, questi risultati dell’app Immuni, dal punto di vista tecnico,indicano che la sfida si può considerare già vinta:
Siamo soddisfatti dello sviluppo tecnologico e dell’impianto normativo che abbiamo costruito attorno all’applicazione. Ci siamo preoccupati della privacy: non vengono scambiati dati sensibili ma solo codici alfanumerici, tenendoli su un cloud privato della P.A. Un’applicazione volontaria, gratuita, che non geolocalizza, con un codice open source a disposizione di tutta la community, una cosa rara.
Questo non significa che non si possa far meglio. Il problema più serio da affrontare è che:
sicuramente la comunicazione va potenziata e migliorata come ogni innovazione che s’introduce sul territorio; bisogna sottolineare l’attenzione posta alla tutela della privacy e alla sicurezza del cittadino, per creare un nuovo rapporto di fiducia.
Lo snodo della connettività
E’ ovvio che strettamente connesso ai risultati dell’app Immuni è la Ret su cui il Ministro dice:
Abbiamo un progetto molto ambizioso che è quello di portare la banda ultralarga in tutto il territorio. Ad oggi abbiamo sbloccato dei fondi per 1,5 miliardi, di cui 400 milioni per la connettività delle scuole e per aiutare le famiglie che non possono permettersi l’acquisto di device o di pagare gli abbonamenti internet. Problemi che abbiamo iniziato ad affrontare con il progetto Solidarietà Digitale, che durante il lockdown ha coinvolto i privati per donare gratuitamente a tutti i cittadini i loro servizi digitali per continuare a fare quello che facevano prima.
Mentre sul 5G:
Per considerare le opportunità che può darci ci si deve informare bene. Che non si pensi solo alla connettività ma ai servizi che il 5G può introdurre nel nostro Paese, aumentandone la competitività. Ovviamente valutando la sicurezza delle infrastrutture e la tutela per la salute dei cittadini. Studi indipendenti al momento non hanno rilevato effetti sulla salute della popolazione .
Su come spingere lavori del futuro
Il fatto che i risultati dell’app Immuni siano confortanti spinge l’attenzione nazionale sul Digital Divide che è un’altra preoccupazione in cima alla lista:
Ci sono due modi per combatterlo: realizzare servizi facilmente utilizzabili da tutti e, parallelamente, creare dei posti di lavoro per ingegneri, sviluppatori. Più aumenteranno gli sbocchi professionali in questi settori, più sarà alta la presenza di giovani specializzati nelle discipline Stem (anche femminile). Di conseguenza si potranno introdurre ella quotidianità del cittadino sempre nuovi servizi digitali, migliorando il sistema.
La digitalizzazione della P.A.
Sempre rincuorata dai risultati dell’app Immuni, la ministra Pisano ha anche acceso i riflettori sulla parte positiva del lockdown e cioè sul fatto che è stato un periodo durante il quale il Dipartimento che guida è stato indubbiamente protagonista. La prossima grande sfida è legata all’altra applicazione lanciata negli ultimi mesi: IO, una sorta di hub dei servizi della Pubblica Amministrazione su cui dichiara:
Abbiamo lanciato questa App ad aprile, in piena pandemia per far sì che i cittadini avessero un unico canale in cui trovare tutti i servizi digitali della P.A. Attraverso il ‘Decreto Semplificazioni’ abbiamo rafforzato il messaggio, introducendo alcune norme che prevedono che entro il 28 febbraio tutti i servizi della P.A. debbano spostarsi sull’applicazione IO, diventando accessibili con le credenziali digitali SPID.
Smart working e lavoro in presenza
Parallelamente al successo dell’app Immuni c’è stato il buon esito dello smart working:
E’ un fenomeno che nasce a livello mondiale da chi lavora da freelance, con il lockdown è arrivato anche in Italia. Interessante perché dà opportunità in più a chi non vuole o non può spostarsi. Credo che, però, alcune attività richiedano comunque la presenza umana”. Insomma, il lavoro dietro uno schermo – ad oggi – non riesce a sostituire del tutto quello ‘gomito a gomito.
Dietro lo smart working non ci sono solo un computer o una connessione. E’ richiesto un nuovo modo di comunicare. Bisogna fare in modo che persone dislocate sul territorio abbiano il prima possibile le informazioni giuste, nonché i necessari strumenti tecnologici.