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Perché vaccinarsi ancora

La quarta dose del vaccino ha già iniziato il suo iter e le polemiche non si sono fatte attendere. Ci si chiede se sia il caso di continuare questo percorso vaccinale e quali basi mediche lo consiglino. Numeri alla mano dell’Istituto Superiore di Sanità, i contagi Covid sono ancora una realtà ma è oggettivo che, per fortuna, il pericolo di morte è più lontano di due anni fa. E lo snodo è proprio qua. Di fronte a minori rischi, torna in alcuni a farsi vivo il dubbio. Quando scema la paura, sale la discussione. Mette un punto chiave a questo tema una lettera aperta del Dott. Calogero Spada (TSRM – Dottore Magistrale) che spiega, a parole sue, perché vaccinarsi ancora.

La questione vaccinale

A causa della minoranza dei no vax, sta sempre sugli scudi la questione vaccinale a cui così risponde il Dott. Spada:

Partirei dal molto efficace paradosso (peraltro ritenuto invece attualmente “possibile” dal presidente della Fnomceo Anelli) proposto dal dott. Panti sul medico no vax che prescriva il vaccino: la soluzione di tale rompicapo potrebbe trovarsi nella analisi di ruolo del professionista sanitario, che in quanto tale deve basarsi nel proprio operato su un valore da affermare e di fatto riscoprire, che è quello della mera coerenza.

Per almeno tre ordini di motivi.

Perché vaccinarsi ancora: le 3 ragioni

Ecco il ragionamento che porta avanti il medico.

La memoria storica

I vaccini hanno già inequivocabilmente fatto la differenza nella storia dell’uomo e senza le immunizzazioni saremmo ancora sotto botto di numerose patologie potenzialmente mortali. Quindi:

Se solo e “seriamente” di evidenze scientifiche dobbiamo tener conto, allora l’unica ravvisabile conclusione è che i vaccini sono un fondamentale intervento di sanità pubblica; se come dice il dott. Panti «La salute rientra nella sicurezza globale», allora nell’interesse di tutti tale intervento deve essere accettato dal singolo come un dovere nei confronti dell’umanità, ben al di sopra anche dei codici deontologici o di ogni atto di indirizzo governativo (ora auspicato da Anelli), che a quanto pare rischiano di diventare strumenti efficaci in mano a titubanti burocrati … ordini professionali inclusi.

La fiducia

E’ necessario credere nel fatto che le sperimentazioni cliniche cui i preparati vengono sottoposti, che poi sono le medesime di tutti gli altri farmaci cui facciamo largo impiego ed anche svariato abuso, garantiscano l’efficacia e la sicurezza di ogni vaccino. Non solo. Bisogna fidarsi del fatto che tempi così brevi di sintesi, sperimentazione ed approvazione come quelli registrati per la pandemia da COVID-19 sono veri primati nati non dalla sciatteria o dalla mala fede ma dalla cooperazione scientifica internazionale, basata su una condivisione del sapere (evidenze scientifiche comprese) che solo qualche decennio fa sarebbe stata estremamente difficile, se non impossibile.

In ultimo, si deve credere nel fatto che l’atto vaccinale stesso è soggetto a controlli medici e che si verificano non pochi casi di raccomandazioni ad evitare o rimandare una vaccinazione. E’ esattamente ciò su cui si basa il rapporto sanitario-paziente che include quello medico-paziente.

L’obbligo non obbligo vaccinale

Non lo è, perché si lascia la libertà di scegliere un individuo ovviamente rapportando la sua libertà a quella della comunità in cui vive. Chi non vuole vaccinarsi potrà ancora una volta non farlo. Il Dott. Spada invece porta la sua testimonianza finale sul perché vaccinarsi ancora con queste parole:

Ho accettato la proposta della ASST per la quale presto la mia opera professionale – azienda che non manco di ringraziare – a sottopormi volontariamente e pur non obbligatoriamente, alla 4a somministrazione di vaccino anticovid-19 ed antinfluenzale.

Potrò accusare un po’ di febbricola come tutte le altre volte, ma potrò essere sicuro per me stesso e per gli altri, dovunque, non soltanto al lavoro. La mia fiducia si traduce in garanzia.

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