
Il cuore è il centro della nostra vita e ogni tanto ce lo ricorda. Dopo oltre un anno in cui tutta l’attenzione (mediatica e non solo) è andata a favore del Covid-19 e di tutto quel che ne è conseguito, l’operazione al cuore di Omar Pedrini riaccende i riflettori sul caso. E non solo. Perché i cardiopatici in Italia non sono scomparsi e la loro protezione è doveroso anche in periodo di pandemia. Si tratta, infatti, di una malattia che non offre chiari segnali di rischio e che può causare la morte anche in brevissimo tempo. Vediamo cosa sta succedendo al cantante di Brescia.
La cronaca
L’operazione al cuore di Omar Pedrini ricorda a tutti (fan e non solo) che il Coronavirus non è la sola nostra preoccupazione. In merito, per fortuna, i medici dicono così:
Omar Pedrini è stato operato alla clinica Villa Torri di Bologna dal cardiochirurgo vascolare Roberto Di Bartolomeo e dalla sua équipe. L’intervento durato cinque ore è riuscito. Omar è in terapia intensiva ed è già cosciente.
Lo sottolinea anche sui social la moglie Veronica che ha voluto aggiornare e tranquillizzare i fan sulle condizioni di salute dell’ex chitarrista dei Timoria.
L’annuncio
Che l’operazione al cuore di Omar Pedrini fosse imminente l’aveva detto lo stesso rocker con queste parole:
Sono già stato trasferito in cardiochirurgia a Bologna dove affronterò un’operazione di chirurgia vascolare. In gergo tecnico ho un (fottuto) aneurisma aortico. La cosa che mi dispiace di più, essendo abituato ad onorare i miei impegni, è che dovremo rimandarne qualcuno dei tanti già in programma. Mi dispiace per gli organizzatori che credono in me e mi dispiace non riabbracciarvi con la mia musica proprio dopo un anno così difficile, ma farò di tutto per tornare presto.
Pedrini ha poi proseguito:
Sarebbe stata l’estate della ripartenza e invece resterò un po’ ai box ma devo accettare serenamente il mio karma. ‘Un guerriero sa imparare ad amare il suo dolore’ diceva qualcuno. Questo è quanto. La mia volontà è di tornare sul palco quanto prima e riprendere il viaggio con la mia fantastica band, ma ora sarebbe stupido fare programmi o peggio annunci, prima di domani.
Il caso Erikson
L’operazione al cuore di Omar Pedrini arriva nella settimana shock dell’arresto cardiaco di Eriksen agli Europei. Davanti alle telecamere di tutto il mondo, il fuoriclasse dell’Inter è caduto morto sul terreno di gioco e per ben undici minuti è stato privo di sensi. Un pronto massaggio cardiaco e intervento dei medici principali ha fatto in modo che il giocatore si salvasse nonostante si stesse prefigurando il peggio. Quando il cuore inciampa, la situazione precipita e questa regola aurea vale anche per rock star e campioni di calcio.
La sopravvivenza di Eriksen è tutta dovuta a:
Un soccorso super tempestivo, dal malore alle prime manovre di soccorso sono passati 10-15 secondi. Correttamente all’inizio è stata controllata la pervietà delle vie aeree, per poi iniziare il massaggio. Prima si inizia più facile è che l’aritmia si interrompa e soprattutto non si abbiano reliquati, cioè danni postumi.
Se il giocatore è ancora tra noi, per quanto riguarda un’eventuale ripresa dell’attività sportiva gli esperti dicono:
E’ difficile dirlo in questo momento. Un arresto cardiaco, se di questo si tratta, solitamente non avviene in un cuore sano. Di base spesso c’è una cardiopatia organica alla base delle aritmie. Occorrerà far degli approfondimenti, a iniziare da un elettrocardiogramma e da una risonanza magnetica. Magari già l’Ecg fatto subito dopo l’arrivo in ospedale ci dirà qualcosa sul perché. Magari ci possono essere cause secondarie che si possono rimuovere in modo che il problema non si ripresenti. Una ipopotassemia, ad esempio: se il potassio è basso si rischiano aritmie gravi. Ma questa è l’ipotesi migliore. Occorre ricostruire la sequenza degli eventi, ma spesso in questi casi c’è una causa rilevante che pregiudica il ritorno all’attività.
La verità che l’operazione al cuore di Omar Pedrini e il grave infortunio di Erksen hanno prepotentemente ricordato a tutti noi che il nostro cuore merita massima attenzione sia lato prevenzione sia lato interventi medici, qualora la situazione fosse critica. Si tratta di due pazienti privilegiati perché presi in tempo e seguiti da professionisti del settore attenti a monitorare ogni risvolto della situazione cardiaca medica.
Non c’è bisogno di suonare la chitarra elettrica o di giocare titolari nella nazionale della Danimarca per volersi bene e fare sempre tutti i controlli del caso. Storie di personaggi noti ed amati come Omar Pedrini e Christian Eriksen ci devono insegnare molto e, soprattutto, ci devono ricordare quanto un cuore sano possa fare la differenza nella vita e nella qualità di essa di ognuno di noi.
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