
Ci sono personaggi di grande spessore le cui vite insegnano tanti a tutti. Uno di questi è, nel giornalismo e nello sport, il mitico Giampiero Galeazzi. La sua morte può aiutare tanti giovani uomini impegnati nella sua stessa lotta e può sottolineare una volta di più l’importanza della prevenzione nella salute sensibilizzando il paese su un tema mai troppo battuto. Dopo una lunga lotta contro una grave forma di diabete, lo storico giornalista Rai non ce l’ha fatta ma nessuno dimenticherà mai il suo talento e la sua immensa umanità.
La notizia
Venerdì 12 novembre 2021 è morto Giampiero Galeazzi. Il giornalista sportivo era un famosissimo volto televisivo della Rai sportiva e, prima ancora, è stato un canottiere. Aveva 75 anni compiuti il 18 maggio ma lottava da tempo contro una grave forma di diabete. Per anni ha prestato la sua voce alle telecronache di grandissime imprese sportive, soprattutto alle Olimpiadi. Il suo concitato ed entusiastico racconto dell’oro dei fratelli Abbagnale a Seul nel 1988 ha scritto un capitolo della storia di quella disciplina e, più in generale, del nostri paese.
L’ultima apparizione televisiva di Giampiero Galeazzi risale a tre anni fa alla “Domenica In” ma è stato per tanto tempo signore di “Novantesimo Minuto”, trasmissione che la nazione aspettava con ansia per vedere i gol della Serie A quando non esistevano le diverse tv tematiche. In rete dicono che:
La sua voce profonda e inconfondibile rimarrà nelle orecchie e nella memoria di tutti gli italiani appassionati di sport.
Gli studi e il canottaggio
Nato a Roma il 18 maggio 1946, dietro la morte di Giampiero Galeazzi c’è la storia di una vita di successo unica:
Galeazzi passa la gioventù tra studio e sport. Si laurea in Economia e lavora per qualche mese nell’ufficio marketing e pubblicità della Fiat a Torino. La sua strada però era un’altra. Un giovane Giampiero intraprende una carriera da professionista nel canottaggio, arrivando a vincere il campionato italiano del singolo nel 1967.
Poi fece “il salto” dall’altra parte e lo fece a viale Mazzini. Il passaggio lo racconta lo stesso giornalista in un’intervista con queste parole:
In Rai mi portò Gilberto Evangelisti che mi diede il soprannome di “Bisteccone”. In romano indica un ragazzo giovane alto, forte, che vive la vita. Appena mi videro in compagnia del mio amico gli chiesero… e chi è ‘sto bisteccone?
La carriera da giornalista
La passione per lo sport lo porta a entrare in Rai in qualità di giornalista sportivo ricoprendo i seguenti ruoli:
- alla radio
- in tv alla Domenica Sportiva e a Mercoledì Sport
- nell’intrattenimento a Domeinca-In
Tra le telecronache più celebri di Galeazzi figura sicuramente quella del duo Rossi-Bonomi a Sydney 2000. L’occasione della morte di Giampiero Galeazzi è importante anche per ricordare i suoi “servizi d’assalto:
Restano leggendari i suoi blitz da cronista negli spogliatoi prima e dopo le gare della Nazionale e le corse in campo durante le feste scudetto che hanno segnato un’epoca come quelle del Napoli di Maradona (1987) o del Verona (1985).
Dal 1992 al 1999 ha condotto 90esimo Minuto e ha partecipato alla conduzione del festival di Sanremo del 1996, accanto a Pippo Baudo. Nel 2010 e nel 2012 ha partecipato a Notti Mondiali e Notti Europee.
Oltre lo sport
Non solo giornalismo sportivo per Giampiero Galeazzi. Seguì per la Rai anche tutt’altra guisa di eventi come, ad esempio, lo storico incontro tra il Presidente Americano Ronald Reagan e il Segretario del Partito Comunista dell’Urss Michail Gorbaciov:
Capitò tutto per caso. Mi trovavo a Reykjavik per la cronaca sportiva dell’incontro di Coppa dei Campioni tra Valur e Juventus e nel giro di poco scoppiò la notizia che sarebbe avvenuto questo incontro importante. Così io mi organizzai feci i primi servizi d’approccio e andò bene. Per me che non avevo mai affrontato una realtà simile fu difficile, ma ricordo un gruppo eccezionale di giornalisti. Nemmeno per le Olimpiadi ne ho visti così tanti.
Il ricordo della figlia
La morte di Giampiero Galeazzi verrà ricordata anche per il toccante addio della figlia Susanna Galeazzi:
Papà ora è felice, è in barca, sta remando nel suo Tevere.