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Lockdown di Natale

Il lockdown di Natale è più che un’ipotesi. Se ne sta parlando molto in queste ore perché il Governo, su questo tema, si sta spaccando. Gli scienziati suggeriscono di seguire il modello delle zone rosse, con maggiori possibilità di spostamento rispetto alla serrata totale della primavera scorsa in base ad una serie di deroghe. Il Presidente Giuseppe Conte nicchia perché non ne sono tutti convinti.

Vediamo i diversi snodi.

L’incontro del Cts

Circa il tema del lockdown di Natale stanno parlando gli esperti del Cts per poi passare la palla a Palazzo Chigi che dovrà sciogliere gli ultimi dubbi e decidere quali sacrifici chiedere ai cittadini durante le festività. Una scelta necessaria perché, secondo l’opinione degli scienziati:

La curva del virus ancora non scende come dovrebbe.

Questo è il motivo per cui, visti i 12 mila nuovi contagiati, i ministri Speranza, Boccia e Franceschini optano per la via del lockdown di Natale. Posizione che il commissario Domenico Arcuri ha sostenuto nel confronto tra gli scienziati e che Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia Viva, contesta aprendo lo scontro sui ristori:

Non possiamo sempre cambiare posizione, come i gamberi. E non possiamo prendere misure che fanno saltare i conti economici, come la chiusura dei ristoranti a Natale. Perché li abbiamo fatti aprire? Ora hanno comprato la merce e li chiudiamo?

C’è chi spinge per restringere le misure e chi alza la voce, per ricordare quanto sia importante il Natale per risollevare il commercio.

L’opinione degli scienziati

Conte ha chiesto agli scienziati di riunirsi e mettere nero su bianco le loro proposte su un’eventuale lockdown di Natale. Dopo quest’incontro con i capi delegazione e il Premier, il coordinatore Agostino Miozzo ha riunito il Cts, che ha discusso per ore alla ricerca di un accordo. Non è stato facile, perché gli scienziati non vogliono mentire di fronte a dati che sono sì preoccupanti ma non credono nel lockdown di Natale che invece sarebbe ideale a gennaio, perché il governo si aspetta tre mesi molto duri dal punto di vista epidemiologico.

La possibile terza ondata

Quello che è certo in questa discussione sul possibile lockdown di Natale è che il Cts chiede di al Governo di:

potenziare i meccanismi di controllo per il rispetto delle norme già in vigore e invita l’esecutivo a disporre misure più stringenti per impedire la circolazione delle persone.

Queste feste, infatti, possono fare da cassa di risonanza per un drammatico impatto sulla salute degli italiani e sulle strutture sanitarie, e anche sulla stabilità del governo che potrebbe risentire di una terza ondata.

Le ipotesi al vaglio

Chiosando sul lockdown di Natale due le ipotesi principali:
  • decidere che durante le feste l’Italia sarà una grande zona arancione, con bar e ristoranti chiusi, spostamenti limitati ma negozi aperti;
  • optare per una zona rossa nazionale come in primavera, quando si poteva uscire di casa solo per urgenze, necessità e salute e con autocertificazione in tasca.

Le date e le misure

Andando nel concreto del discorso sul lockdown di Natale, l’Italia intera potrebbe fermarsi dal 24 dicembre al 6 gennaio, seguendo le regole della fascia arancione, o quelle della fascia rossa. Oppure le chiusure scatteranno solo nei giorni festivi e prefestivi e dunque 24-25-26-27-31 dicembre e 1-3-6 gennaio, come suggerito da Dario Franceschini. Ai sensi dell’ultimo Dpcm il coprifuoco in vigore è alle 22. E a quanto sostiene il ministro Boccia:

Il governo non ha mai discusso di anticiparlo alle 20. Sarà un nuovo Dpcm a introdurre la stretta in vista delle festività natalizie. Ma il decreto del Presidente del Consiglio non sarà sufficiente, andrà accompagnato da un nuovo decreto legge sulla limitazione delle libertà personali, o anche soltanto da un emendamento all’ultimo decreto legge del 3 dicembre.

La ripartenza

Al netto del lockdown di Natale è necessario poter guardare altrove. La soglia per pensare alla ripartenza, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, è tra 5.000 e i 10.000 nuovi contagi al giorno. L’altro dato da tenere d’occhio è l’indice Rt:

A maggio, dopo il lockdown, l’Italia era scesa a 0.5, ma avevamo l’estate davanti, ora invece siamo a 0.8 e ci troviamo in pieno inverno. Fino a quando tutte le regioni non saranno sotto la soglia dello 0.5 è indispensabile tenere la guardia altissima e impedire allentamenti in quei luoghi dove le persone abbassano la mascherina.

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