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Linfoma sintomi

Il linfoma e i suoi sintomi sono poco noti all’opinione pubblica. E’ un tema (purtroppo) caldo che sta emergendo sempre più nell’agenda setting dei media e che si sta formando nell’immaginario collettivo grazie ad una campagna di sensibilizzazione di alcuni vip e all’interno di diverse serie tv in voga. Resta l’obbligo coscienzioso di accendere altri riflettori sull’argomento, dando ai nostri soci tutto il supporto possibile per avere le informazioni chiave e sapere come agire con la prevenzione. Ecco un articolo che vi chiarirà non poco le idee in tal senso.

Linfoma: sintomi per diagnosticarlo

Sono oltre 150mila in Italia le persone affette dal linfoma non Hodgkin. I numeri dicono questo:

  • 2 italiani su 3 dichiarano di conoscere i linfomi
  • il 3% ne ha avuto esperienza diretta ma ne possiedono in realtà una conoscenza limitata e superficiale
  • solo il 20% riconosce almeno 3 sintomi del linfoma

Diventa quindi essenziale fare chiarezza partendo da quella che, nella comunità scientifica, la definizione di linfoma:

Il linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl) è la forma più comune di questa tipologia di tumore del sistema linfatico, con una incidenza pari a un caso su 3. Nonostante la sua diffusione, però, il Dlbcl è conosciuto in Italia solo dal 9% della popolazione.

La ricerca

Tutti questi dati arrivano da un’indagine diffusa in occasione della Giornata della consapevolezza sul linfoma che ricorre oggi, 15 settembre, realizzata da Elma Research e commissionata da Roche Italia che, con questi numeri in mano, in collaborazione con Lampada di Aladino onlus, ha lanciato la campagna “Dal primo momento: vicini ai pazienti con linfomi non Hodgkin” così strutturata:

La survey rileva che circa il 20% degli intervistati non sa che si tratta di un tumore del sistema linfatico, il 28% indica specialisti di riferimento diversi dall’ematologo e l’oncologo, e soltanto il 20% sa indicare correttamente almeno 3 campanelli d’allarme di questo tumore: gonfiore ai linfonodi del collo; stanchezza cronica; febbre; gonfiore e dolore addominale; tosse e problemi respiratori. Chi dichiara di averne sentito parlare considera il linfoma una patologia grave, moderatamente diffusa e prevalentemente non curabile. Tra tutti, il Dlbcl è la forma meno nota di linfoma: solo il 15% della popolazione afferma di sapere di cosa si tratti o di averne avuto un’esperienza personale o indiretta. Tuttavia, solo il 9% è in possesso di informazioni corrette sulla patologia. Tra coloro che affermano di sapere di cosa si tratta, la percezione è che il Dlbcl sia una tipologia molto grave (57%) e mediamente diffusa (54%), ma sulla guarigione la maggior parte degli intervistati è positiva.

Come ampliare le conoscenze sul linfoma e i sintomi

Il lavoro si dovrebbe concentrare sulla cura della prevenzione e della sua comunicazione. E’ là che sta la falla. Lo spiega sempre la ricerca sopra citata con questo passaggio:

L’indagine è stata condotta su oltre 1.000 intervistati, considerando un campione rappresentativo per livello di età, genere, provenienza geografica, istruzione e occupazione. Emerge che oltre il 60% della popolazione italiana over 25 afferma di fare prevenzione, riconoscendo la sua importanza per la salute e il benessere e senza attendere la comparsa di sintomi. Tuttavia, soltanto un terzo lo fa con piena consapevolezza, cercando di mantenersi aggiornato sui temi della salute Questi risultati ci suggeriscono quanto sia fondamentale che la prevenzione e l’informazione vadano di pari passo, per evitare disinformazione e diagnosi tardive. Proprio sulla base di dati Roche Italia lancia la campagna che punta a diffondere informazioni corrette e consapevolezza su questa forma di linfomi.

Conclusioni

Come ampliare le persone che del linfoma conoscono i sintomi e la giusta prevenzione da seguire? Con l’iniziativa, fatta in collaborazione con Lampada di Aladino, che prevede momenti di approfondimento sulla patologia, per avvicinare e sensibilizzare maggiormente la popolazione generale, ma anche l’organizzazione di attività di supporto ai pazienti e ai caregiver all’interno degli ospedali. In merito il Presidente dell’onlus così si esprime:

I dati fotografano bene l’importante gap informativo e conoscitivo sui linfomi. Fare informazione resta una questione primaria, sia dal punto di vista della prevenzione che per tutti quei pazienti che affrontano la diagnosi. Il linfoma non Hodgkin, in particolare, è una patologia complessa, aggressiva e proprio per queste sue caratteristiche ha un impatto psicologico importante sul paziente e sulla famiglia. Per affrontare il percorso di cura al meglio è importante ricevere informazioni chiare e utili, che aiutino il paziente ad orientarsi sin dai primi istanti dopo la diagnosi.

 

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