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Latte artificiale tossico

La salute è un valore essenziale. Lo sappiamo bene noi che siamo in questo settore da 70 anni. Se poi si parla di salute dei bambini, allora, l’asticella si alza ancora di più e diventa essenziale tenere gli occhi aperti. I neonati, per entrare nello specifico, sono fragilissimi ed indifesi ed è compito dei genitori vigilare sulla loro incolumità. Ecco perché ci preme tenere sempre aggiornati i nostri soci su questi tempi. In queste ore c’è grande attenzione mediatica sul rischio di latte artificiale tossico.

Il 3-MCPD

Si tratta di un contaminante tossico, che si sviluppa a causa dei trattamenti a cui è sottoposto l’olio di palma, e ha facoltà di rendere il latte artificiale tossico. In queste ore è allarme rosso perché è stato rilevato in tutti i marchi di latte in formula testati dall’Hong Kong Consumer Council. L’associazione dei consumatori ha esaminato 15 formule per neonati scoprendo che era presente in tutte le tipologie.

Il test

15 casi su 15 rientrano nella categoria “latte artificiale tossico”. Tutto questo è allarmante ma che basi scientifiche ci sono a supporto? Secondo il test del Consumer Council, tutti i “latti” contenevano il contaminante 3-monocloro-1,2-propanodiolo (3- MCPD). Il lavoro di laboratorio è andato alla ricerca di metalli pesanti, ftalati, contaminanti, microrganismi, esaminando anche i 34 nutrienti presenti nel latte e facendo un controllo sull’accuratezza dell’etichettatura del prodotto.

Per capire la portata di questa scoperta di latte artificiale tossico riportiamo un esempio del test:

Prendiamo un bambino di un mese di peso circa 4,3 chili. La dose giornaliera massima tollerabile fissata dal JECFA è di 17.2ug mentre lo standard stabilito dall’EFSA è più rigoroso ed è pari a soli 8.6ug. Considerando il latte con il livello più alto di 3-MCPD, il contenuto è 120ug/kg. Se un neonato venisse nutrito secondo la quantità raccomandata sull’etichetta, consumerebbe 106 g di latte artificiale, con un’assunzione di 3-MCPD superiore alle dosi massime indicate dall’EFSA. Per i neonati alimentati solo con latte artificiale, il rischio per la salute è maggiore.

I rischi

Cosa significa dare latte artificiale tossico al proprio figlio? Secondo i rapporti pubblicati dal comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA) e dall’EFSA, il consumo giornaliero eccessivo di 3-MCPD per un periodo prolungato influenzerebbe negativamente le funzioni renali e il sistema riproduttivo maschile. Non solo.

Il pericolo glicidiolo

Il glicidolo è classificato come cancerogeno genotossico ed è presente negli alimenti ma è stato trovato in 9 tipi di latte, in quantità comprese tra 1,1 e 29ug / kg, in questo caso tutti inferiori al livello massimo dell’UE (50ug  kg).

Anche se il latte materno è riconosciuto a livello internazionale come la fonte ideale di nutrimento per i neonati con una composizione nutrizionale adatta a garantire l’equilibrio ottimale per la crescita e lo sviluppo, alcune mamme per necessità o per scelta decidono di ricorrere al latte artificiale come unica fonte di nutrimento per i neonati. Pertanto, è fondamentale garantirne la qualità e la sicurezza. Ecco perché:

Il latte artificiale non è solo un normale prodotto, ma un importante alimento che influisce sulla salute e sul benessere a lungo termine dei bambini. Al momento, non esiste una regolamentazione specifica a Hong Kong per regolare il contenuto di 3-MCPDE e GE nel latte artificiale per neonati. Per migliorare la sicurezza del latte artificiale, il Consiglio ritiene che il governo dovrebbe monitorare da vicino gli sviluppi internazionali.

Il contenuto di nutrienti

Non solo latte artificiale tossico è emerso in questo test sciocccante. l test ha esaminato anche il contenuto di nutrienti effettivo di ciascun latte confrontandolo con quanto riportato nelle etichette. Sebbene il contenuto energetico e nutritivo di tutti i marchi rientrasse nell’intervallo stabilito dalle leggi, è stato riscontrato che:

alcuni nutrienti di 6 tipi di latte presentavano discrepanze che superavano il limite di tolleranza. E ciò non era legato al prezzo, anzi. Il latte caratterizzato dal costo maggiore presentava una quantità di vitamina A inferiore del 21,9% rispetto al valore dichiarato.

L’etichetta di un altro modello affermava che conteneva 3.000ug di vitamina B3 per 100 g, ma il risultato del test mostrava che ne conteneva solo 2.580ug, il 14% in meno rispetto al valore dichiarato. Inoltre, i contenuti di vitamina B3, iodio, selenio, rame, colina, mio-inositolo e L-carnitina di un altro tipo di latte erano tutti inferiori al valore etichettato e le differenze erano -2,6% (vitamina B3), -13,9% (iodio), -14% (selenio), -11% (rame), -20,7% (colina), -5% (mio-inositolo) e -39,5% (L-carnitina).

Questa storia del latte artificiale tossico è gravissima e non va taciuta. Ricevere accurate informazioni nutrizionali è un diritto fondamentale dei consumatori. I risultati dei test indicano chiaramente che c’è molto da fare in tal senso. Per il bene dei nostri figli.

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