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Influenza invernale

Siamo nel pieno dell’attacco di una nuova influenza invernale. Questo fatto sta passando sottotraccia perché ci siamo messi alle spalle il periodo più complesso del Covid e della sua Pandemia e questi virus influenzali ci sembrano roba da poco. Non bisogna cadere in quest’errore, perché stanno per colpire forte ed è bene farsi trovare preparati. I primi freddi hanno effetti evidenti su di noi e i più deboli o le persone anziane pagano pegno ancor più. Senza fare drammi o allarmismi, come sempre, puntiamo forte sulla prevenzione che passa anche e soprattutto dall’informazione che forniamo qua ai nostri soci.

Influenza invernale: i primi virus

I primi virus influenzali sono stati isolati già alla fine del mese di agosto in diverse parti d’Italia ma c’è stato un iter insolito che gli esperti spiegano così:

Il caldo anomalo di ottobre ne ha rallentato la diffusione, perché si tratta di patogeni che soffrono il freddo. Infatti, sappiamo che il momento del picco di infezione avviene sempre fra gennaio e febbraio, quando le temperature sono più basse. Siamo preoccupati perché dopo due anni di misure di contenimento e di distanziamento ci siamo tolti le mascherine, abbiamo abbassato l’attenzione sull’igiene, e quindi siamo più esposti. Cerchiamo di stare più attenti.

Quattro virus in circolazione

Secondo l’OMS ci saranno quattro virus influenzali:

Si tratta di patogeni che cambiano ogni anno è vero, ma di poco, e quindi l’esposizione degli anni precedenti ci protegge, anche se in parte.  Ecco perché, secondo l’esperto, è il caso di continuare a tenere la mascherina nei luoghi affollati, di lavarsi spesso le mani e di rimanere a casa se abbiamo febbre o sintomi influenzali. Precauzioni e comportamenti che valgono soprattutto per le persone fragili, quelle cioè che hanno un sistema immunitario meno robusto.

Influenza invernale: raccomandazioni per gli anziani

Essere anziani significa che si sta invecchiando anche dal punto di vista immunologico. Tecnicamente si parla di immunosenescenza, il sistema immunitario cioè invecchia, proprio come qualsiasi altra parte dell’organismo, ed è quindi meno capace di rispondere quando riceve il vaccino e di attivare una protezione:

Senza dubbio, i cambiamenti nella risposta immunitaria innata e adattativa provocati dall’invecchiamento sono associati a una mancata risposta al vaccino antinfluenzale, anche se la causa non è chiara. Ma i progressi nelle formulazioni e nell’uso di adiuvanti nei vaccini, nonché la maggiore comprensione dei cambiamenti immunitari tipici dell’invecchiamento, hanno contribuito allo sviluppo di vaccini capaci di proteggere da malattie gravi negli anziani così come nei più giovani. Non c’è dubbio, infatti, che la vaccinazione ha come obiettivo primario non tanto quello di evitare il contagio, ma le complicanze.

Le categorie più a rischio

Dietro alla nostra scelta di tenere alta l’allerta su questa influenza invernale c’è la volontà di proteggere chi è sopra i 65 anni. La ragione la spiegano i numeri:

Il 65% delle ospedalizzazioni e l’85% delle morti correlate all’influenza riguardano infatti persone con più di 65 anni. D’altronde l’infezione aumenta di 100 volte il rischio di polmonite, di 10 di quello di infarto del miocardio e di 8 volte quello di ictus. E fa peggiorare anche i disordini renali e il diabete. Patologie che sono più diffuse man mano che l’età avanza.

Questo, semplificando il discorso, vuol dire che per la popolazione anziana la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata. Non dimenticate, d’altronde, che i virus hanno come bersaglio l’apparato respiratorio già in affanno in età avanzata. A questo quadro a tinte forti vanno aggiunte le varianti di Sars-CoV 2 e il virus sinciziale, che negli ultimi anni ha colpito duramente non solo i bambini. I principali blog di salute, su questo tema, così chiosano:

Non solo, abbiamo visto come durante la pandemia i casi di Herpes Zoster, il Fuoco di Sant’Antonio, siano aumentati. Proprio a causa del fatto che il nuovo Coronavirus abbassava le difese immunitarie delle persone più fragili.

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