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giovani morti per Covid:

Tra le tante dicerie intorno al Covid-19 ce n’è una tutta legata al mondo dei giovani e dei giovanissimi. E’ credenza comune in alcune sacche di ignoranza sanitaria che il Coronavirus attacchi solo le persone anziane. Non a caso è stata definita “la malattia dei vecchi” e in molti se ne sono infischiati pensando che fosse un grosso problema solo oltre i 70 anni. Non solo i quarantenni hanno preso ad ammalarsi male molto spesso ma è sempre più frequente che tutto questa accada anche tra i ventenni. La verità è solida e cruda e la sta raccontando senza fronzoli una foto che tristemente simboleggia i giovani morti per Covid. Vediamo di cosa si tratta.

La storia

Che i giovani morti per Covid siano un fatto vero e da prendere in considerazione lo dicono da tanto (troppo) tempo i dottori ma adesso è arrivata una storia da brividi che sta facendo il giro del mondo velocemente. Si tratta di una ragazza di ventidue anni, Lara Arreguiz, che è morta a causa del Covid. L’accaduto, in Argentina, mette i brividi:

La giovane, che studiava veterinaria, soffriva di diabete. Ha iniziato a manifestare i sintomi del virus il 13 maggio, così i genitori hanno deciso di portarla al centro sanitario Protomédico di Santa Fe, dove i medici le hanno riscontrato una polmonite bilaterale. Tuttavia, non essendoci posti letto disponibili, l’hanno rimandata a casa, dandole appuntamento a distanza di tre giorni.

Poiché si sentiva ancora male, però, i genitori hanno deciso di trasferirla all’Ospedale Iturriaspe. Ma anche in questo caso, non c’erano posti. Lara si è quindi sistemata sul pavimento, dove è rimasta per ore. Da quel momento, la situazione è peggiorata: la 22enne è poi stata ricoverata, ma è morta una settimana dopo.

La foto

Lo scatto che la immortala  sdraiata a terra, pubblicata dalla madre, è diventato virale per raccontare e gridare a tutti che i giovani morti per Covid esistono. La mamma di Lara, Claudia Sanchez, ha pubblicato l’immagine della figlia sdraiata a terra su Facebook anche per mostrare la precarietà del sistema sanitario argentino.

Nella didascalia, a corredo dell’immagine, scrive così:

So che nessuno mi restituirà mia figlia, ma non voglio che qualcun altro possa trovarsi nella stessa situazione. Così Lara aspettava di essere ricoverata. Si sentiva molto male e aveva bisogno di sdraiarsi. Ho chiesto il permesso di farla posizionare su una barella, ma non mi hanno autorizzato. Così si è sdraiata a terra ad aspettare il suo turno. Avevo detto ai medici che arrivavamo dal Protomédico, dove le avevano riscontrato Covid e polmonite bilaterale. Inoltre, lei era una paziente a rischio. Eppure nessuno ha dimostrato un po’ di buonsenso.

La cronaca dice che, dopo ore di attesa, i medici l’hanno ricoverata ma la situazione è peggiorata rapidamente. Lara è stata intubata e il 21 maggio è morta. Ora i genitori stanno cercando di sensibilizzare i giovani affinché capiscano che il virus può essere mortale anche per loro. Il messaggio? I giovani morti per Covid non devono più esistere. Stateci attenti tutti.

Come procede il piano vaccinale

La notizia allarmante dei casi di positività dei vaccinati  è l’occasione per fare il punto sul piano vaccinale. La Lombardia, regione presa ad esempio, ha dichiarato che inizieranno le vaccinazioni degli abitanti dei territori di 15 Comuni in provincia di Bergamo e 8 in provincia di Brescia tra i 60 e gli 80 anni, oltre agli over 80 già previsti, come avvenuto positivamente in Israele.

La priorità per i vaccini Covid sarà la seguente:

  • over 80
  • fascia d’età dai 60 ai 79 anni
  • insegnanti e docenti

Saranno coinvolti i cittadini di Roccafranca, Rudiano, Urago d’Oglio, Pontoglio, Palazzolo sull’Oglio, Capriolo, Paratico, Iseo. In provincia di Bergamo i Comuni coinvolti sono: Adrara San Martino, Calcio, Castelli Calepio, Cividate al Piano, Credaro, Gandosso, Palosco, Predore, Pumenengo, Sarnico, Tavernola bergamasca, Telgate, Torre Pallavicina, Viadanica, Villongo. Saranno vaccinate 30.000 persone. Chiuduno e Antegnate (BG), Chiari e Iseo per Brescia sono i 4 centri massivi individuati per velocizzare la campagna.

La funzione di Protezione Civile regionale è, infatti, delegata storicamente alle Province e quindi è proprio prevista una catena di comunicazione fra l’autorità sanitaria locale, l’Ats e il responsabile provinciale di Protezione civile che viene individuato in modo da avere una organizzazione coordinata, programmata e organizzata sul territorio a seconda delle varie esigenze.

 

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