
I passi da gigante fatti dalla scienza hanno dei costi. La sperimentazione è necessaria per segnare i risultati e raggiungerne di nuovi ma questo costa delle vite che gli animalisti vogliono tutelare. Non entriamo nel merito del discorso etico su quale posizione abbia ragione, non è questa la sede né il nostro ruolo. Nell’ottica di tenere sempre informati nostri soci sulle novità del settore della salute, invece, raccontiamo le novità istituzionali sugli esperimenti sugli animali.
Le novità sugli esperimenti sugli animali
La notizia di queste ore è che il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva la validità dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute a una fase di sperimentazione su macachi nel progetto sulla vista “Lightup” condotto dall’Università di Torino, in collaborazione con quella di Parma. I due atenei hanno in merito rilasciato queste dichiarazione congiunta:
Ci auguriamo ora il miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti.
La controversia sugli esperimenti sugli animali
E’ interessante ricostruire la querelle sugli esperimenti sugli animali per capire come e dove si è arrivati ora:
Il progetto era stato sospeso una volta dal Consiglio di Stato un anno fa, poi a maggio il Tar aveva respinto i ricorsi degli animalisti dando, appunto, di nuovo via libera alle sperimentazioni, bloccata dai giudici amministrativi che, in udienza collegiale, hanno dato via libera alla sperimentazione.
Le dichiarazioni
In merito agli esperimenti sugli animali il Direttore di Research4Life Giuliano Grignaschi dichiara:
La sentenza sancisce definitivamente che tutto è stato fatto nel rispetto delle normative e degli obiettivi di una sperimentazione che è giudicata di grande interesse a livello europeo.
Gli scienziati dediti alla ricerca sono molto felici. Sostengono che questa sentenza prova, oltre ogni ragionevole dubbio:
l’inattaccabile solidità e correttezza sul piano etico, tecnico-scientifico e formale non soltanto del progetto ma anche dell’iter autorizzativo svolto dagli organismi competenti, Ministero della Salute in primis.
I danni
Il lasso di tempo che è passato tra l’insorgere dei problemi e la soluzione non è privo di conseguenze. I ricercatori, infatti, dopo aver festeggiato l’evoluzione sugli esperienti sugli animali si sono così pronunciati:
Restano però preoccupazione e rammarico per il considerevole ritardo accumulato (ben 20 mesi) nelle attività progettuali, nonché le false accuse rivolte contro dottorandi, ricercatori, personale e istituzioni pubbliche a causa della campagna denigratoria che, per alcuni tratti, ha travalicato i limiti del confronto sereno e del reciproco e doveroso rispetto su questioni tecnicamente complesse e con indubbi, delicati, risvolti etici, sfociando anche in minacce, aggressioni e deturpazioni perpetrate su suolo ed edifici pubblici delle città e degli atenei coinvolti.
La protesta degli animalisti
Come era prevedibile, le novità sugli esperienti sugli animali hanno provocato forti reazioni degli animalisti sintetizzate dal commento della Lav, Lega anti-vivisezione, che aveva ricorso al Consiglio di Stato e che annuncia nuove battaglie, e che in merito così si esprime:
Il Consiglio di Stato ha deciso: possono riprendere dopo alcuni mesi gli esperimenti sul cervello dei macachi chiusi nello stabulario dell’Università di Parma. Finite, per loro, le speranze di salvezza.
Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Una lotta con cui abbiamo svelato ciò che accadeva in quei laboratori, per questo studio autorizzato all’Università di Torino, finanziato con fondi europei.
Ci sono voluti mesi solo per ottenere la descrizione del progetto e all’inizio ci avevano risposto che nemmeno esisteva. Leggendo il protocollo ci siamo subito accorti delle forti contraddizioni con quanto previsto dalla normativa, fatto che continuiamo a ribadire, tanto più con l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato dei nostri rilievi sui report sulla sofferenza degli animali e, che ora, potremo rendere pubblico nei particolari.
E in conclusione:
Oggi non ha perso solo la Lav, e gli oltre 440.000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste. Ha perso tutta la ricerca, ha perso l’Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca.
Che siate a favore o contrari alla sperimentazione sugli animali, la ricerca prosegue la sua strada in salita per allungare sempre di più la vita all’uomo e la qualità di essa.