
Che non sia una cosa bella e giusta, per fortuna, ormai lo sanno tutti ma parlare scientificamente di danni alla salute per il razzismo è una piccola grande novità. Chi lo pratica e chi lo subisce riportano scompensi fisici noiosi con cui avere a che fare. Lo sostiene uno studio recentemente pubblicato su Hypertension, uno degli organi ufficiali dell’American Heart Association, l’associazione dei cardiologi USA- Il risultato più evidente emerso è che l’esposizione continua alle discriminazioni, razziali rappresenta un fattore di stress cronico capace di aumentare il rischio di ipertensione, una condizione che aumenta la probabilità di ammalarsi nel corso del tempo di patologie cardiovascolari, e angina, infarto del miocardio, ictus cerebrale.
I numeri della ricerca
Dietro alla scoperta di conclamati danni di salute per il razzismo c’è un lavoro scientifico su una popolazione di 1845 afroamericani, uomini e donne tra 21 e 85 anni, iscritti al Jackson Heart Study,, uno studio osservazionale sulle malattie cardiovascolari nella popolazione di colore a cui dal 2000 collaborano la comunità metropolitana della città di Jackson e l’NIH statunitense (gli istituti della salute americani), e che ha l’obiettivo dichiarato di valutare ed eliminare le disparità di salute.
Come si è svolta
Nel 2000 tutto il campione è stato sottoposto a una prima visita nel corso della quale nessuno è risultato iperteso, e così è stato fino al 2004. Tra il 2005 e il 2008 tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una prima visita di follow up, e poi a una seconda tra il 2009 e il 2013. Tutti hanno effettuato analisi cliniche e per mezzo di interviste e questionari hanno auto-riferito quali fossero le loro esperienze di discriminazione. Chi alle visite di follow up ha affermato di assumere farmaci antipertensivi e coloro ai quali, sempre nel corso delle visite, veniva riscontrata una pressione superiore o uguale 140/90 è stato considerato iperteso.
Il risultato
E’ emerso che una maggiore discriminazione auto-dichiarata si è associata in effetti ad un rischio più alto di ipertensione. Cosa significa? CVhe, nel corso del follow up, è risultato iperteso il 52% del campione (cioè 954 uomini e donne). E chi aveva riferito di subire un livello medio di discriminazione razziale ha avuto un rischio aumentato del 49% rispetto a chi aveva dichiarato di sopportare una discriminazione di basso grado.
Perché i danni alla salute del razzismo
Di base la discriminazione ha un impatto diretto sulla pressione attraverso la cosiddetta via dello stress, cioè attivando:
- il sistema nervoso simpatico;
- l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Questo si riflette sull’assunzione di comportamenti scarsamente salutari come l’adozione di un’alimentazione poco sana, o di stili di vita sedentari, che possono servire da coping (dove per coping si intendono meccanismi psicologici di adattamento che gli individui mettono in atto per fare fronte a problemi emotivi o interpersonali o gestire o ridurre o tollerare lo stress).
Le dichiarazioni sui fattori di rischio psicosociali
Ci sono importanti dichiarazioni su quanto emerso circa i danni di salute del razzismo e le rilascia primo autore della pubblicazione, ricercatrice al dipartimento di Epidemiologia e biostatistica della Drexel University di Philadelphia Allana T. Forde così dicendo:
Lo studio ha importanti implicazioni. I fattori tradizionali di rischio, come l’alimentazione o l’attività fisica, sono fortemente correlati con l’ipertensione, ma importanti fattori psicosociali, come la discriminazione, che pure possono impattare negativamente sulla salute, vengono raramente presi in considerazione quando si valuta il rischio di ipertensione tra gli afroamericani.
Ma i nostri risultati mettono in evidenza la necessità per gli operatori sanitari di riconoscere la discriminazione come un determinante sociale della salute. Gli operatori sanitari che capiscono l’importanza di fattori di stress, come la discriminazione, che incidono sulla salute degli afroamericani, saranno meglio attrezzati a fornire un’assistenza ottimale a questi pazienti.
Le possibili cure ai danni di salute del razzismo
Come curarsi in caso di stress da comportamento discriminatorio? Lo spiega sempre Allana T. Forde con queste parole:
L’assistenza medica non è sufficiente. I nostri risultati più in generale, suggeriscono in che modo i determinanti sociali come il razzismo e la discriminazione influenzano la salute in modi che sono misurabili. Affrontare questi fattori è fondamentale per abbassare i tassi delle malattie croniche.
E’ chiaro quindi che i nostri ragazzi, quei figli dei soci che curiamo anche attraverso le borse di studio, debbano essere cresciuti lontani dal razzismo. Che è una cosa brutta come cultura e per salute del sistema nervoso.