
La situazione del Coronavirus in Italia non è buona. Sta peggiorando e il comportamento degli italiani non aiuta. Non siamo riusciti a cogliere il senso del pericolo di questa epidemia e molti ancora la sottovalutano. Si parla di un’influenza un po’ più virulenta e del fatto che le vittime del Coronavirus siano principalmente anziani o persone con difficoltà pre-esistenti. Tutto sbagliato.
Perché restare a casa
Chi cerca di spiegare quanto prezioso sia per la comunità restare a casa, punta il dito su diversi argomenti. Il primo è che non esistono vittime del Coronavirus di serie B. Premesso che non è dimostrato che a farne le spese siano solo gli anziani e i malati, si tratta comunque di vita umane che vanno trattate con dignità. E se fosse tuo padre, tuo nonno o tuo fratello che da mesi sta combattendo col cancro? Si tratta comunque di enormi lutti che devasteranno centinaia di famiglie. La velocità con cui questi lutti potrebbero “presentarsi alla porta” va contrastata e, se possibile, neutralizzata. Restare a casa è un modo.
Va poi detto che le categoria non a rischio potrebbero presto diventarlo. Facciamo un esempio. Un uomo di 40 anni in salute sulla carta supera il Coronavirus in qualche settimana di lotta. I casi più estremi passano dalla rianimazione ma, in generale, le possibilità di vittoria sono altissime. Questo non sarebbe più valido qualora il numero di infettati superasse la soglia di sopportazione della Sanità pubblica. Come reagirebbe il quarantenne dell’esempio se non trovasse le cure necessarie o, peggio, il personale medico necessario a seguire il suo ricovero?
Solo stando a casa si potranno contenere i numeri del contagio da Coronavirus e dare alla nostra Sanità la possibilità “di farcela” con i pochi mezzi a disposizione.
Le fughe del Coronavirus dicono che in molti non hanno capito la questione.
Coronavirus: la situazione delle fughe degli infetti
A cosa servono le restrizioni anti-coronavirus, se la gente è priva di senso civico e tenta costantemente di fuggire? Ecco i casi più recenti con la speranza che si crei in te quel disgusto necessario a farti capire quanto preziosa sia la tua parte in questa guarigione.
Coronavirus: fughe per la Sardegna
Secondo i media, avevano deciso di scappare in fretta e furia dalle zone rosse del Nord Italia e di raggiungere la Sardegna, ma il gruppo di persone che aveva escogitato questa fuga in compagnia è stato respinto dalla polizia di frontiera.
Sono stati bloccati ai varchi, dove gli agenti hanno chiesto da dove provenissero. Non appena è stata chiara la provenienza di quelle persone, che non erano in viaggio per lavoro né motivi di salute, le forze dell’ordine li hanno invitati a fare la strada del ritorno.
Coronavirus: fughe per Agrigento
Due ragazze di 21 e di 20 anni sono state riprese in un video, in un locale della movida di Agrigento, mentre raccontavano di essere rientrate dalla “zona rossa”. Quelle immagini sono state visionate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e le due giovani sono state denunciate per “procurato allarme” e per “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”.
Il sindaco di Agrigento Lillo Firetto ha raccontato che le ragazze sono state convocate in caserma e sono stati sequestrati loro i cellulari. Il rischio per chi viola le norme sulle zone rosse, sottolineano in procura, è l’arresto fino a tre mesi.
Coronavirus: fughe da Parma
Altri due giovani, di 20 e 25 anni, hanno lasciato Parma, zona rossa, per raggiungere l’aeroporto Marconi di Bologna e imbarcarsi su un aereo verso Madrid per le vacanze. Hanno quindi violato le norme del decreto che impone di non lasciare le aree a rischio per limitare il contagio. I due sono stati fermati da una pattuglia durante un controllo stradale. e gli agenti hanno chiesto perché si trovassero fuori dalla loro provincia. I due amici hanno spiegato che erano in partenza per una vacanza ed è subito scattata la denuncia.
Coronavirus: fughe per Roma
C0’è pure chi scappa dall’ospedale, come tre uomini, tra i 40 e i 50 anni che, presentando sintomi riconducibili al coronavirus, erano all’ospedale San Giovanni di Roma in attesa dell’esito dell’esame del tampone.
I tre si sono dileguati prima di conoscere il risultato e la Regione ha subito allertato i carabinieri. Per due di loro il tampone era negativo ma per il terzo era dubbio e quindi serviva un esame bis. “Così si mette a rischio l’incolumità pubblica”, ha detto l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D”Amato definendo “irresponsabile” il comportamento di quei tre uomini.
Restare a casa. Per se stessi e per un dovuto senso civico nel rispetto del paese. Insieme possiamo farcela.