
E’ indubbio che essere arrivati alla fase della vaccinazione sia una crescita importante per tutto il mondo. Sono stati mesi difficili e intravedere la luce del tunnel è confortante. Va detto, però, che questo tratto di strada è piuttosto scosceso. Il caos vaccini è all’ordine del giorno e non sembra poter scemare nelle prossime ore. Lo dimostra quel che è accaduto in una regione come la Lombardia, da sempre simbolo ed esempio di efficienza organizzativa.
Caos vaccini in Lombardia
Ci sono voluti tre giorni di caos e ritardi nelle prenotazioni delle vaccinazioni e il rischio (di sprecare centinaia di dosi per attivare la risposta della regione che, attraverso il suo Presidente, ha preso finalmente posizione. Fontana ha infatti chiesto un passo indietro ai membri del cda dell’agenzia regionale Aria con queste parole:
In caso contrario azzererò lo stesso affidando all’attuale direttore generale Lorenzo Gubian la guida della società. I disservizi informatici che si sono registrati durante la campagna vaccinale, recentemente a Como, Cremona e in Brianza, hanno creato disagi a molti nostri cittadini e inficiato il lavoro che tutti gli operatori, sanitari e non.
Chi è Gubian
Gubian è stato nominato ad agosto scorso direttore generale per sostituire l’ex dg di area leghista Filippo Bongiovanni, indagato per l’affare camici e potrebbe a questo punto essere lui l’amministratore unico a cui verrà affidata l’agenzia regionale. Si tratta di un tecnico arrivato da Azienda Zero in Veneto, ovvero l’ente a cui fanno capo tutte le aziende sanitarie.
Le conseguenze politiche
Questo caos vaccini è una storia più ampia che tocca anche il mondo politico. Sul piatto c’è anche l’accusa all’assessore al Bilancio leghista Davide Caparini, colui che ha voluto la nascita e la gestione di Aria Spa. I disagi nelle prenotazioni dei vaccini nelle scorse ore erano stati accolti nel silenzio generale dei dirigenti regionali. Solo l’assessora al Welfare Letizia Moratti è intervenuta, ma con due tweet nei quali scaricava le responsabilità appunto su Aria e senza che, per tre giorni, nessuno dalla Regione fornisse soluzioni da applicare tempestivamente.
L’intervento della Moratti sul caos vaccini è stato interpretato come la prova tangibile della spaccatura tra Forza Italia e Carroccio:
Un modo per addossare le responsabilità al leghista Caparini. Nel frattempo, mentre i due partiti di maggioranza si scontravano, medici e infermieri in prima linea cercavano di salvare le dosi di vaccini. Dosi che non sono state sprecate solo grazie ai sanitari e sindaci che si sono mobilitati per riuscire a portare all’ultimo minuto più persone possibile a farsi vaccinare.
Le parole di Salvini
Non poteva non intervenire sul caos vaccini in Lombardia Matteo Salvini che in merito ha dichiarato:
Mi aspetto un bel segnale di cambiamento positivo. L’obiettivo è correre. Entro la settimana dovrebbe arrivare Poste. Non sono più ammesse incertezze. Dobbiamo correre, ma in tutta Italia. Se qualcuno ha sbagliato, ha rallentato o non ha capito, paga, viene licenziato e cambia mestiere, come accade in qualsiasi impresa privata.
La questione tecnica del vaccino
Al netto delle considerazioni politiche del caos vaccini in Lombardia, c’è da considerare che le dosi devono essere destinate agli over 80:
Il vaccino è arrivato già in ritardo, va ricordato. Quando si è fatta una programmazione forse azzardata, favorendo i settori di pubblica utilità e ipotizzando che a quel punto si sarebbe stati molto avanti nei confronti degli anziani, quel che è successo è che i settori di pubblica utilità, anche perché molto più raggiungibili, hanno finito per essere vaccinati mentre gli anziani, davanti al fallimento in alcune Regioni e certamente in Lombardia del sistema di convocazione, hanno avuto i loro grandi problemi e continuano a essere sottovaccinati ed è una cosa gravissima. Perché quelli che riempiono gli ospedali e vanno all’altro mondo sono gli anziani.
L’importanza di vaccinare gli anziani è per garantire a loro di superare il rischio della malattia, ma anche al sistema di funzionare dal punto di vista dell’assistenza sanitaria in generale e di non dover avere importanti sacrifici di attività cannibalizzate dall’assistenza per Covid. È un problema di gravità assoluta che continua a riproporsi: stiamo di nuovo rimandando una serie di interventi e prestazioni sanitarie per il fatto che il sistema è assorbito nelle sue attività prevalentemente fattive.
E’ necessario che tutto il paese guardi a questo caos vaccini in modo costruttivo e cioè imparando dai tanti errori commessi. Non è facile organizzare una vaccinazione nazionale, non lo pensava nessuno, ma ci sono ampi margini di miglioramento in tal senso. Anche da parte delle persone che devono impegnarsi a collaborare evitando di fare ostruzionismo, rallentamenti e polemiche sterile.
E’ stata registrata, infatti, una considerevole percentuale di anziani che non si è vaccinata nonostante fosse il suo turno perché diffidente nei confronti dei centri vaccinazione e in attesa delle poche dosi dei medicini di base.