
Il mondo è sotto attacco e lo è ormai da quasi un anno. Ci sono stati milioni di morti per il Covid-19 e i contagiati non accennano a diminuire in questi mesi. L’estate è stata un momento di tregua nato anche come conseguenza del lungo lockdown che ha forzato i numeri a scendere a livelli maggiormente gestibili. Se prendiamo un esempio che conosciamo bene, l’Italia, ad un certo punto le terapie intensive di tutto lo stivale erano a forte rischio collasso. Adesso siamo in una terza fase, lontana dagli “agi” delle vacanze al mare ma ancora (per fortuna) lontana anche dallo scorso aprile e maggio. Si inseriscono in questo contesto le dichiarazioni dalla virologa Yan. Il risultato? E’ stato come accendere una miccia in un mare di benzina.
Le dichiarazioni della virologa Yan
Non faranno piacere a molte persone le parole della virologa Yan. Sullo stato attuale della ricerca del vaccino per il Coronavirus, infatti, spiega la sua verità:
Non ci troviamo davanti a un virus naturale, ma a un patogeno artificiale rilasciato da un laboratorio.
Si tratta di un’accusa forte nei confronti del suo paese natio, la Cina, circa le molte bugie che il governo di Pechino avrebbe detto sulla reale natura del Sars Cov-2. Non solo, l’esperta rincara la dose con i media sostenendo che:
Nessuno sta dicendo la verità: anche l’Oms collabora con il Partito Comunista Cinese. Presto pubblicherò un altro rapporto, oltre a quello che ho già diffuso. Conterrà molti dettagli specifici su come sia stato sviluppato il virus e su chi era in possesso delle sostanze utilizzate. A quel punto tutti potranno vedere che ho ragione.
Le intimidazioni subito
Nessuno ha gli strumenti per verificare se quanto detto dalla virologa Yan corrisponda al vero ma il clima intorno alla scienziata è, senza dubbio, piuttosto testo. A raccontarlo è la stessa donna che, dopo aver definito la pandemia “una catastrofe storica che non sarebbe mai dovuta accadere”, ai microfoni di News Mediaset ha raccontato che:
Molti suoi colleghi mi hanno intimato di tacere e nascondere la verità. Il mercato di Wuhan è soltanto una scusa, non c’entra con la diffusione del virus. Lavoro in questo campo da anni, sono ai vertici della ricerca e so come funziona. Lo studio che ho pubblicato è molto chiaro: gli scienziati e le riviste che mi hanno criticato non l’hanno esaminato con attenzione, si sono fidati di ciò che è stato filtrato dalla bocca di altri accademici.
Se fosse vero, sarebbe una verità epocale e disturbante. Qualcuno dovrebbe rispondere di un attacco globale costato vite e dolore e ancora efficace nella sua perigliosità. Lo dimostrano i numeri attuali di emergenza Coronavirus.
I numeri del Coronavirus in Italia
Da quando è stato individuato ufficialmente il Coronavirus, nel nostro paese, ci sono stati:
- 537 casi dall’inizio della pandemia;
- 46114 casi ancora in essere;
- 340 morti per il Covid-19;
- 665 persone dimesse.
Quello che preoccupa è che sono ormai troppi mesi che il segno positivo va messo davanti a questi dati in cui il trend non è più in remissione come nei mesi di maggio e giugno. Sarebbe impensabile tenere tutti a casa ancora un altro anno dopo quello che è accaduto ma al momento la ricerca sul vaccino per il Coronavirus è ancora in alto mare, non come risultati ma quanto necessità di rispettare lunghi tempi di test inevitabili per non mettere a rischio la vita degli italiani.
Certo è che, se le rivelazioni della virologa Yan fossero vere, significherebbe dover reimpostare tutto questo lavoro di mesi. La ricerca di un colpevole e, ancor più, del laboratorio da cui tutto questo è scaturito diverrebbero primari per il nostro paese ma ancor più per tutto il mondo.
Le dichiarazioni del Presidente Mattarella
Senza dubbio il tema del Coronavirus è in cima a tutti gli interessi notiziabili del mondo. Lo dimostra lo scambio velenoso tra Johnson e Mattarella. Il capo del governo di Londra aveva dichiarato che:
gli inglesi, a differenza di italiani e tedeschi, amano la libertà. C’è un’importante differenza tra il nostro Paese e molti altri nel mondo: il nostro è un Paese che da sempre ama la libertà. Se guardiamo alla storia degli ultimi 300 anni, ogni avanzamento, dalla libertà di parola alla democrazia, è venuto virtualmente da questo Paese.
Queste parole non hanno fatto piacere al Presidente della Repubblica Mattarella che ha controbattuto:
Anche noi italiani amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà.
Liberi di scoprire la verità sulle parole della virologa Yan e la serietà di dar seguito o meno a queste accuse forti di fatti e non di chiacchiere.