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Terapia precoce per il Covid

I numeri dei contagi Covid stanno crescendo. Indubbiamente procede bene, di pari passo, la campagna di vaccinazione della terza dose ma bisogna essere onesti e spiegare che non è del tutto finita l’aggressività di questa pandemia. Indubbiamente bene non ha fatto la polemica No-Vax e tutti i casi di aumenti in terapia intensiva ma non è questo il luogo per analizzare il rapporto tra libertà personale e libertà di gruppo. Resta invece importante per i nostri soci fare azione di prevenzione anche attraverso l’informazione e l’informazione su questo tema passa anche dalla terapia precoce per il Covid. Vediamo di cosa si tratta e cosa dicono gli esperti.

Le dichiarazioni sulla terapia precoce per il Covid

Una ricerca dettagliata s’è espressa così sulla terapia precoce per il Covid:

La diagnosi precoce e la gestione precoce dei pazienti affetti da Covid-19 hanno ridotto la durata dei sintomi del COVID-19 e ridotto praticamente a zero il tasso di ospedalizzazione.

Alla base di queste parole c’è un solido studio, reso disponibile in anteprima dalla rivista Medical Science Monitor che ha svolto un’analisi retrospettiva sugli esiti e sui tassi di ospedalizzazione di pazienti in Italia con diagnosi confermata di COVID-19 precoce e trattati a casa entro 3 giorni o dopo 3 giorni dall’insorgenza dei sintomi con farmaci di prescrizione e non di prescrizione tra novembre 2020 e agosto 2021).

Una puntualizzazione è presto fatta:

Va precisato che il disegno dello studio (retrospettivo e senza gruppo di confronto) non consente di valutare l’efficacia della terapia utilizzata ma il risultato suggerisce la possibilità di effettuare ulteriori studi “randomizzati” laddove ciò sia possibile e per i quali i ricercatori si dichiarano disponibili a collaborare.

Gli autori dello studio

Questo basilare lavoro sulla terapia precoce per il Covid ha, come prima firma, quella prestigiosa del professore Serafino Fazio, componente del Consiglio Scientifico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, già professore di medicina Interna all’Università di Napoli.

I co-autori sono Paolo Bellavite (già professore di Patologia generale alle Università di Verona e di NgoziBurundi), Elisabetta Zanolin (Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell’Università di Verona), Peter A. Mc McCullough (Department of Cardiology, Truth for Health Foundation, Tucson, AZ, USA) che ha sottoscritto lo schema terapeutico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, Sergio Pandolfi (Neurochirurgo – Ozonoterapeuta, Docente al Master di II° livello in ossigeno-ozono terapia Università di Pavia) e Flora Affuso (ricercatrice indipendente).

I numeri attuali del Covid in Italia

La settimana appena conclusa ha fatto registrare un aumento del 22,4% dei nuovi casi Covid-19, una crescita del 12% dei decessi, del 16,3% di ricoverati e del 13,6% di pazienti in terapia intensiva. A rivelarlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe:

Da 7 settimane continuano ad aumentare i nuovi casi con una media giornaliera più che sestuplicata: da 2.456 casi registrati il 15 ottobre ai 15.110 del 7 dicembre.

In tutte le Regioni, tranne Molise e Valle D’Aosta, si rileva un incremento dei nuovi casi che va dall’1,8% delle Marche al 50,3% dell’Umbria. In 52 Province l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti, e in testa ci sono Trieste (con 694 casi), Bolzano (651), Treviso (467) e Padova (405). Con il trend attuale di crescita dei nuovi casi, anche se l’impatto sugli ospedali è ‘ammortizzato’ dai vaccini, nelle prossime 4 settimane diverse Regioni cambieranno colore.

Ecco perché ha una forte accelerata la campagna vaccinale:

In 7 giorni ci sono state infatti 223mila prime dosi, con un aumento del 31,7% di nuovi vaccinati grazie al Super Green pass. Mentre si registra un vero e proprio “boom di terze dosi”, con 2,6 milioni di richiami e un aumento del 52,6% in una settimana. E quanto rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe aggiornato all’8 dicembre 2021, da cui emerge che l’80,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino ma rimangono scoperti 2,5 milioni di over 50 ad elevato rischio di ospedalizzazione.

Vien da sé che il tema della terapia precoce del Covid sia attuale e caldissimo e non accennerà a dileguarsi nelle prossime settimane. Noi operiamo da oltre 70 anni nel settore della salute e crediamo molto nell’eccellenza italiano di essa. Però bisogna essere chiari e trasparenti e dichiarare che la strada intrapresa è quella giusta ma non siamo ancora vicini al traguardo.

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