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Problemi di carie

Il benessere del corpo non è solo legato a precise malattie. E’ un approccio olistico che considera disturbi dovuti a delle abitudini scorrette e sbilanciate. Per questo motivo, improvvisi dolori sono da considerare campanelli d’allarme da non sottovalutare. E’ nostro obbligo informare correttamente i nostri soci, nell’ottica dell’importanza della prevenzione, che problemi di carie indicano una forte carenza di vitamina D. Vediamo insieme come muoversi sul tema.

Dove trovare la vitamina D

Dietro ai problemi di carie c’è la vitamina D, il cui fabbisogno giornaliero è di circa 400 unità. Come spiegano gli esperti:

Questa sostanza liposolubile è accumulata nel fegato e viene rilasciata gradualmente nel momento in cui il nostro corpo ne ha bisogno. Si può assumere tramite l’alimentazione.

Dove trovare la Vitamina D? La potete avere da cibi come:

  • la verdura a foglia verde
  • le uova
  • il fegato
  • i pesci grassi
  • l’olio di fegato di merluzzo.

E’ possibile assumerla anche esponendovi ai raggi solari. Per questo motivo questo nutriente è comunemente chiamato “la vitamina del sole”. Avere dolori ai denti fino ad arrivare a veri e propri problemi di carie significa che state facendo vita troppo reclusa. Nelle poche ore di luce invernale, infatti, è bene cercare di stare all’aria aperta e, con l’avvento dello smart working, non è più un’impresa riuscirci.

Altri comportamenti dannosi per la vitamina D, che potrebbero portare alla sua diminuzione della stessa, sono l’abuso di bevande alcoliche e l’utilizzo di alcuni medicinali che possono inibirla. Il lavoro da fare, quindi, è sullo stile di vita per cui vi suggeriamo di confrontarvi con il medico per vedere quali modifiche sono utili e quali invece possono essere potenzialmente nocive.

Carie, denti e ossa deboli sono fra i campanelli d’allarme sottovalutati per la carenza di questa preziosa vitamina

Le conseguenze di una tale situazione potrebbero portare all’indebolimento dello scheletro e denti. In particolare questi ultimi potrebbero rivelarsi più predisposti a manifestare delle problematiche, come una sensazione di debolezza o la comparsa delle carie. Nel caso dei bambini, potrebbe addirittura portare a rachitismo o a problemi come l’osteomalacia. Questo significa che le ossa si presentano integre, ma che al loro interno il materiale minerale risulta insufficiente. Se non trattata, sul lungo periodo, questa patologia può anche portare a delle gravi deformità di tipo strutturale.

Il successo della Vitamina D

La ragione per cui vi segnaliamo questa connessione tra i problemi di carie e la Vitamina D è che l’assunzione di questa vitamina è così importante che lo stato ne prevede anche un rimborso:

Si tratta dei farmaci usati per la supplementazione classificati in fascia A, come il colecalciferolo che rappresenta oltre l’80% delle confezioni vendute negli ultimi anni. Adesso però già qualcosa sta cambiando. Si è registrato un ripensamento critico da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha dichiarato che non c’è indicazione per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, di ictus o di tumori, contro l’infiammazione o la depressione.

Quello che si deve capire è chi, tra le persone adulte, potrà avere il rimborso dei farmaci a base di vitamina D e chi no. Un primo chiarimento su chi può richiedere il rimborso di farmaci a base di Vitamina D arriva dalla nuova nota 96. Al suo interno:

Sono escluse tutte le prescrizioni per malattie che non hanno a che fare con le ossa. Nonostante il meccanismo di base che c’è dietro a questa vitamina.

La vitamina D, infatti, è un ormone che controlla il metabolismo del calcio e del fosforo. Quando scende sotto un certo valore, innesca una reazione che porta all’aumento di un altro ormone, il paratormone, che ha la funzione di ‘richiamare’ il calcio dalle ossa. E’ sulla base di questo valore che sono stati stabiliti i livelli soglia e le dosi sicure da somministrare per la salute delle ossa, che non comportano rischi di ipercalcemia e intossicazione.”

Queste categorie, invece, ne hanno pieno diritto:

  • gli anziani che vivono nelle strutture socio-sanitarie;
  • le donne in gravidanza o in allattamento;
  • le persone con osteoporosi o osteopatia in cui non è indicata una terapia per evitare fratture;
  • chi ha alcune malattie come insufficienza renale, linfomi e tumori metastatici;
  • i pazienti con malattie che possono causare un malassorbimento della vitamina D, o che usano farmaci che interferiscono con il suo metabolismo (per esempio cortisone in alte dosi, antiepilettici, antiretrovirali);
  • chi ha osteoporosi ed è in cura con una farmaco per evitare fratture;
  • chi ha i sintomi tipici della carenza di vitamina D come forte stanchezza e debolezza muscolare, dolori alle ossa, frequenti cadute immotivate e valori nel sangue molto bassi (meno 20 nanogrammi per millilitro di sangue).

Se prevenire è meglio che curare, non rimandate i controlli quando riscontrerete problemi con le carie. Una rapida analisi del sangue e vi sarà chiaro se integrare o meno la presenza della Vitamina D nel vostro corpo.

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