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Mini discariche

Sono tempi difficili dove stanno accadendo cose belle e cose su cui è bene stare con le antenne dritte. Ne sono esempio queste mini discariche su cui abbiamo il dovere di ragionare tutti insieme all’insegna della consapevolezza comune. Tutto nasce dal Decreto Cura Italia, convertito in legge il 17 marzo 2020, n-18, che, tra le altre cose, ha modificato la quantità di rifiuti che è possibile stoccare in azienda. Nello specifico una norma in particolare stabilisce che il deposito temporaneo dei rifiuti sia consentito fino al doppio dei quantitativi di rifiuti previsti. Consente, quindi, alle aziende di derogare alla legge che impone di gestire i rifiuti urbani industriali secondo criteri precisi.

Vediamo più nello specifico come si rischia di arrivare alle mini discariche.

L’articolo 113-bis della legge di conversione del Cura Italia

Quest’articolo consente un deposito temporaneo dei rifiuti fino al doppio rispetto a prima e anche per un più lungo periodo di tempo. Cosa causa? Di base quest’articolo ha di fatto aumentato in via definitiva i limiti rispetto alla quantità di rifiuti e al tempo di permanenza in un deposito temporaneo, senza alcuna autorizzazione, prima che questi vengano avviati allo smaltimento o al recupero. In pratica è consentito un deposito temporaneo dei rifiuti fino ad un quantitativo massimo doppio rispetto a prima, ovvero fino a 60 metri cubi (di cui al massimo 20 metri cubi di rifiuti pericolosi) e fino a 18 mesi (prima era un anno).

Ecco come recita l’articolo 113 bis, Proroghe e sospensioni di termini per adempimenti in materia ambientale: 

1. Fermo restando il rispetto delle disposizioni in materia di prevenzione incendi, il deposito temporaneo di rifiuti, di cui all’articolo 183, comma 1, lettera bb), numero 2), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è consentito fino ad un quantitativo massimo doppio, mentre il limite temporale massimo non può avere durata superiore a diciotto mesi.

Non possiamo non vigliare tutti sullo stoccaggio dei rifiuti nei capannoni o sui piazzali dell’azienda perché la nascita di mini discariche è dietro l’angolo. Ci sono due “buchi” su cui vigilare:

  • uno dove si consente di raddoppiare le quantità che si possono non avviare a smaltimento: col quantitativo massimo che è salito 60 metri cubi, di cui 20 metri cubi di rifiuti pericolosi;
  • l’altro che allunga il limite temporale fino a 18 mesi.

Quello che rende ancor più pericoloso la norma è che riguarda tutti i tipi di rifiuti urbani, compresi quelli speciali e pericolosi, perché supera quanto disposto all’articolo 183 del decreto legislativo 152 del 2006 che diceva:

i rifiuti speciali comprendono la categoria dei rifiuti industriali, artigianali, agricoli e commerciali, derivanti da materiali da costruzione, demolizione e scavo; derivanti dal trattamento di rifiuti solidi urbani; mentre i rifiuti pericolosi comprendono quelli che, per la presenza di alcune sostanze in concentrazioni superiori a determinati limiti, sono possono rappresentare un pericolo per l’ambiente o la salute dell’uomo).

La ratio dell’articolo 113-bis del Cura Italia

C’è una ragione precisa per cui ci preme informare i nostri soci su questo pericolo di possibili mini discariche. Le suddette misure sono concesse a sostegno delle imprese ma non per via dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Questo significa che sono deroghe a tempo indeterminato!

Vale la pena, quindi, per non essere sommersi da mini discariche, di ragionare sul senso del termine “temporaneo”. L’art. 183, comma 1, lett. bb) del Decreto legislativo n. 152/2006 viene riformulato alla luce del “Cura Italia” così:

Il deposito temporaneo: Raggruppamento dei rifiuti e il deposito preliminare alla raccolta ai fini del trasporto di detti rifiuti in un impianto di trattamento, effettuati, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, da intendersi quale l’intera area in cui si svolge l’attività che ha determinato la produzione dei rifiuti o, per gli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile, presso il sito che sia nella disponibilità giuridica della cooperativa agricola, ivi compresi i consorzi agrari, di cui gli stessi sono soci, alle seguenti condizioni:

  • i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE) 850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l’imballaggio dei rifiuti contenenti sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddetto regolamento;

  • i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 60 metri cubi di cui al massimo 20 metri cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore a diciotto mesi;

  • il “deposito temporaneo” deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute;

  • vano rispettate le norme su imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose;

  • per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per lo sviluppo economico, sono fissate le modalità di gestione del deposito temporaneo”.

Stando così le cose, per deposito temporaneo di rifiuti si potrà considerare:

un quantitativo massimo pari a 60 metri cubi (di cui al massimo 20 metri cubi di rifiuti pericolosi) e un limite temporale massimo fino a 18 mesi.

Nell’interesse di non riempire il paese di mine discariche e di dare ai furbi margine d’azione durante una fase in cui siamo tutti più concentrati su altro, vigiliamo tutti. La salute del paese è la salute delle nostre famiglie.

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