
Non sono pochi i problemi cardiovascolari a cui rischiamo di andare incontro ogni giorno. In generale, e vale per tutti i generi di problemi, l’importanza della prevenzione in salute va sempre tenuta a mente. Nello specifico, poi, fa la differenza anche la gestione di una corretta e sana alimentazione. Nel caso ancor più fattivo del diabete, c’è proprio una dieta da seguire e una serie di pasticche da prendere con una certa costanza. Vediamo cosa è bene sapere circa l’iperglicemia.
Consigli sull’iperglicemia
Può capitare che il medico consigli al diabetico, oltre alla dieta, farmaci che prendono il nome di ipoglicemizzanti orali. Ma perché queste differenze? Ad alcuni tre o quattro noiosissime iniezioni di insulina al giorno, ad altri due o tre comode pasticche. Non si tratta di ingiustizie ma solo di ragione con freddezza sulle cause delle due più comuni forme di diabete.
Mancanza di insulina
Da una parte c’è l’insulinodipendente, divenuto diabetico perché non è in grado di produrre l’insulina.
Inefficacia di insulina
Il diabetico non insulinodipendente invece produce insulina ma questa non è efficace in quanto non funziona a dovere per motivi non del tutto noti.
Le cure
Va da sé che queste due differenti forme abbiano differente cura:
- la prima non ha che una strada percorribile, quella di introdurre precise quantità d’insulina
- la seconda, invece, ha oggi alcuni farmaci che “lavorano” a livello di quelle serrature dell’insulina che sono i recettori insulinici rendendoli, seppur transitoriamente, più efficienti
Ecco perché non serve a nulla curare il diabete insulinodipendente solamente con gli ipoglicemizzanti orali. Inutile e pericoloso in quanto, di lì a poco potrebbe insorgere una pericolosa chetoacidosi diabetica. In merito i medici così specificano:
Gli ipoglicemizzanti orali non sono tutti uguali perché alcuni di essi sono delle sulfoniluree, altri delle biguanidi. Qualche volta sulfoniluree e biguanidi si trovano associati nello stesso prodotto farmaceutico costituendo le associazioni di sulfoniluree e biguanidi. Ci sono quindi tre gruppi di farmaci: ma anche all’interno di ciascun gruppo le varie sostanze farmacologiche hanno caratteristiche ben differenti per cui solo il medico può consigliarci il “nostro” farmaco e cambiarlo, se è il caso, secondo le nostre mutate condizioni.
Pregiudizi da sfatare
Quando si parla di iperglicemia, un pregiudizio da smentire è che gli ipoglicemizzanti orali siano l’insulina del diabete non insulinodipendente. Questo è un paragone non corretto. Anzitutto, quando uno si dimentica di prendere una compressa, non provoca tutto il pasticcio che avviene quando un insulinodipendente si dimentica di farsi l’insulina. E poi, non è vero che tutti i diabetici non insulinodipendenti debbano curarsi con gli ipoglicemizzanti orali.
Semmai, quando il diabetico è anche obeso non ha motivo di fare degli ipoglicemizzanti orali in quanto la sua vera cura è il dimagrimento:
Può essere addirittura controproducente prendere pasticche in quanto l’obeso diabetico, che pur di mantenere le sue abitudini mangerecce si farebbe anche frate, dovendo fare compresse e dieta, finisce sempre per fare tante belle mangiate precedute da una pasticca che lo solleva da ogni problema di coscienza. Molti infatti sono convinti che se si prendono gli ipoglicemizzanti orali non c’è bisogno di stare a dieta e che prendendo due compresse invece di una sola è possibile farsi un cenone con gli amici senza problemi.
Non dimenticate mai che, con questo comportamento, presto o tardi gli ipoglicemizzanti orali, anche i più efficaci, smarriscono la loro capacità di normalizzare la glicemia. Si parla allora di resistenza secondaria agli ipoglicemizzanti orali. Il diabetico torna ad essere iperglicemico a dispetto di tutte le pasticche ed è costretto a ricorrere all’insulina.
In altre parole, gli ipoglicemizzanti orali di solito vengono prescritti nel diabetico non insulinodipendente obeso solamente se e quando la regolamentazione ottimale del suo comportamento dietetico e il conseguente dimagramento non abbiano ottenuto la normalizzazione della glicemia.
In conclusione, per quanto tempo potete continuare a prendere gli ipoglicemizzanti orali?
Per qualcuno dopo poco tempo nasce la necessitò di cambiare prodotto o anche di sospendere il farmaco per passare all’insulina; per altri, invece, la cura può essere continuata per decenni: in altre parole ciascun caso fa a sé e solamente il diabetologo potrà dire di volta in volta quel che dev’essere fatto, tenendo presenti tutti gli elementi del problema.
Perché la cura di tutte le forme di diabete non è mai qualcosa di definitivo e ha bisogno di essere sempre attentamente valutata e calibrata. Anche quella con le pasticche ipoglicemizzanti.