
L’emergenza Coronavirus è tutt’altro che finita. Siamo nel mezzo della seconda ondata e, a dire la verità, l’onda d’urto sembra molto più forte. Fateci caso: quante persone infette conoscevate della prima ondata? Ora, purtroppo, il cerchio si stringe e le possibilità che il vicino di casa, il cugino o l’istruttrice di pilates siano infetti è sotto gli occhi di tutti. Come reagire? Alzando il livello di guardia. In questo i vip, personaggi a cui vogliamo bene e di cui ci fidiamo, possono aiutarci. Le loro storie sono storie che ci interessano… come quella di Gerry Scotti col Coronavirus.
La storia di Gerry Scotti
Adesso che il peggio è passato Gerry Scotti può raccontare la sua esperienza con il Coronavirus. All’indomani dalle dimissioni dall’ospedale Humanitas di Rozzano, il conduttore ha raccontato in radio quanto è accaduto con queste parole:
Non è stata una passeggiata. Sono stato nell’anticamera dell’intensiva. E ho visto tutto. Ma sono qui, ancora alive & kicking.
La vicenda di Gerry Scotti e il Coronavirus è stata snocciolata a Deejay Chiama Italia. Per raccontare come si sente adesso. Il noto personaggio tv ha voluto citare un pezzo dei Simple Minds del periodo in cui faceva ancora il deejay in radio:
Sono talmente vivo e scalciante che mi hanno mandato a casa” ha commentato con il sorriso abbandonando però il tono scanzonato per descrivere ciò che ha vissuto.
Ho visto… ho visto la storia vera del coronavirus, quella con la C maiuscola – ha detto -. Tutti sperano che sia una passeggiata. Intanto tutti sperano di non prenderlo, poi quando lo prendono sperano sia in una di quelle forme leggere che te la cavi con un po’ di tachipirina.
Quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta allora devi andare da quelli che hanno fatto la pratica. Cioè quei ragazzi che se la sono fatta sul campo in questi mesi perché non c’era scritto da nessuna parte come fare. Ti devi fidare e non ti devi spaventare.
I numeri della malattia di Gerry Scotti
Gerry Scotti col Coronavirus aiuterà tante persone a capire che non si scherza con questa pandemia e che è fondamentale stare davvero attenti. Ha fatto 13 giorni di ospedale:
Anche se gli ultimi tre li hanno chiamati “di svezzamento”. Nel senso che uno deve imparare a tornare a mangiare, muoversi e respirare come nella vita normale.
In quei 13 giorni ci sono stati momenti particolarmente duri. Settimana scorsa si era diffusa la voce che fosse stato in terapia intensiva. Voce smentita, anche se dall’intensiva non era molto lontano:
Sono stato nell’anticamera della terapia intensiva, nel vero senso della parola. Mi hanno dato una stanzetta che era a metà tra il reparto normale e l’intensiva. Per non spaventarmi troppo l’hanno data a me ma c’era una porta di vetro e vedevo tutto ciò che accadeva in intensiva. Grazie a Dio mi sono bastate 36 ore lì. In quelle 36 ore ho rivisto tutto ciò che è stato, tutto ciò che è e penso tutto ciò che sarà.
La cura
Come è stato curato Gerry Scotti dal Coronavirus? In quel periodo della degenza, oltre alla cura di cortisone e antibiotici, è stato necessario utilizzare anche il casco ventilatore cipap:
Ho avuto la fortuna di essere nel centro Covid dell’Humanitas, messo in piedi in due mesi quest’estate in previsione dello tsunami che sarebbe arrivato in autunno. Ma sei comunque in una stanza sottovuoto spinto, quelli che girano sono tutti uguali perché non li riconosci a meno che non si scrivano cose strane sui camici. Bisogna armarsi di grande pazienza.
Guarire dal Covid-19 si può ma lascia segni. Gerry Scotti dal Coronavirus ne è uscito con una decina di chili in meno e uno sguardo diverso sul futuro. E a proposito di futuro, il lavoro arriverà con calma, adesso c’è da pensare agli affetti:
Quello che dovevo fare di ‘Caduta libera l’ho fatto’. Quindi, se mi negativizzo come spero, tornerò per la finale di ‘Tu si que vales’ . Poi mi godrò le vacanze di Natale e la nipotina che arriva.
La vita è una sola e l’esperienza di Gerry Scotti col Coronavirus ci insegna a tenere accessi i campanelli d’allarme. Nessuno è escluso a priori.