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Conti correnti in rosso per il Coronavirus

Questo lungo periodo di pandemia sta creando tante conseguenze negative sulle nostre vite. La maggior parte sono di salute anche economicamente è stato, è e sarà ancora per un po’ un terremoto. Andando nel concreto, i conti correnti in rosso per il Coronavirus sono sempre più frequenti. Si pensi a tutto il settore dello spettacolo (mai ripreso dal primo lockdown) e a quello del turismo (che ha avuto solo una piccola boccata d’ossigeno nella finestra d’estate). Ora arrivano alcune novità in merito.

Nuova definizione di default

Entra in vigore il 1 gennaio 2021 la nuova definizione di default decisa dal Regolamento europeo sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento, che introduce criteri più stringenti di quelli finora previsti. La Banca d’Italia ha fatto chiarezza sui cambiamenti che riguarderanno chi ha il conto corrente in rosso.

Come si viene classificati come debitori in default

Nella nuova logica dei conti correnti in rosso per il Coronavirus, i debitori saranno classificati come deteriorati, cioè in default, quando ricorrerà almeno una delle condizioni che seguono:

  • il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante, che salgono a 180 per le amministrazioni pubbliche.
  • la banca giudica improbabile che il debitore adempia integralmente alla propria obbligazione rilevante.

Un debito scaduto è considerato rilevante quando supera tutte e due le soglie previste dal regolamento che sono:

  1. la soglia assoluta di 100 euro per le esposizioni al dettaglio e di 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio;
  2. La soglia relativa dell’1% dell’esposizione complessiva verso una controparte.

Nell’ottica di capire i conti correnti in rosso per il Coronavirus è, quindi, necessario dire che lo sconfinamento superi la soglia di rilevanza, ovvero superi contemporaneamente entrambe le soglie, e si protragga per oltre 90 giorni consecutivi per la classificazione in default. Per questo bisognerà prestare particolare attenzione ai conti in rosso.

Quando cambiano i requisiti di default

La Banca d’Italia ha fornito le risposte alle domande più frequenti su come cambiano i conti correnti in rosso per il Coronavirus, pubblicando una sezione di Faq sul proprio sito. Nel documento viene chiarito che molti istituiti bancari potrebbero già aver provveduto ad aggiornare la definizione di default:

“I criteri che le banche devono adottare per identificare le esposizioni in stato di default sono disciplinati dal Regolamento sui requisiti di capitale delle banche, che è entrato in vigore nel 2014. La Commissione europea, con un Regolamento del 2018, e l’Autorità bancaria europea, con delle linee guida del 2017, hanno fornito ulteriori specificazioni, che sono applicabili dal 1 gennaio 2021.”

Per lee banche minori, vigilate direttamente dalla Banca d’Italia, le nuove regole sono state applicate a giugno 2019. Per quelle maggiori, vigilate dal Meccanismo di vigilanza unico, ha provveduto la Banca Centrale Europea nel 2018. Il 1 gennaio 2021 è il termine ultimo per adottarle, ma molti istituti hanno provveduto in anticipo a farlo.

Come cambia lo sconfinamento sul conto

Fatta chiarezza sulle tempistiche del default e sui conti correnti in rosso per il Coronavirus, la Banca d’Italia sottolinea che, sebbene i nuovi requisiti siano più stringenti rispetto a quelli adottati finora in Italia, non introducono un vero divieto per gli istituti per lo sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto, ovvero oltre il limite di fido. Va detto, però, che:

la possibilità di sconfinare, tuttavia, non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca, che può applicare commissioni come la Civ, la commissione di istruttoria veloce. Sarà possibile dunque andare sotto con un conto in rosso per pagare le bollette o gli stipendi, ma solo se previsto dal contratto stipulato con il proprio istituto, che può consentire o rifiutare lo sconfinamento.

Per questo gli intermediari saranno obbligati a fornire informazioni chiare e assistenza ai clienti, per aiutare a comprendere il cambiamento in atto e sensibilizzarli rispetto ai migliori comportamenti da tenere per evitare di essere classificati in default.

Come si diventa debitori in sofferenza

Chiosando sulla panoramica sui conti correnti in rosso per il Coronavirus, va detto che non basta uno sconfinamento o un ritardo nei pagamenti per essere segnalati dalla Centrale dei Rischi come in sofferenza bancaria. La definizione di sofferenza non viene infatti cambiata dalle nuove regole europee sul default e non c’è un automatismo tra le due segnalazioni. Eccola:

Un cliente è definito in sofferenza solo se gli intermediari ritengono che abbia gravi difficoltà non temporanea nella restituzione di un debito, dopo una valutazione della situazione bancaria complessiva.

Non c’è alcun impatto sulla classificazione di anomalia della Centrale dei Rischi che riguarda i crediti scaduti sconfinanti in via continuativa, ovvero gli inadempimenti persistenti. In questo caso si continua a seguire il criterio legato alla scadenza dei rimborsi previsti dal contratto di finanziamento. I ritardi nei pagamenti continuano a essere segnalati se superano i 90 giorni. Ora sapete tutto sulle novità sui conti correnti in rosso per il Coronavirus.

 

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