
La gestione della prevenzione nella salute passa anche da una corretta alimentazione. Un modo sano di mangiare che non passa solo dalla scelta delle materie prime ma anche da uno studio di quel che è presente dentro ad un singolo alimento. Ecco perché accendiamo i riflettori sul bisfenolo A nel tonno. Si tratta di una sostanza pericolosa, che lavora come interferente endocrino e che è in grado di migrare nel cibo, in particolare dalle scatolette o lattine in cui questo viene confezionato. Dunque, c’è da informarsi bene perché, come consumatori, corriamo il rischio di essere esposti al bisfenolo anche ogni volta che consumiamo una scatoletta di tonno.
Come appare il bisfenolo A nel tonno
L’allarme “bisfenolo A nel tonno” è partito da Il Salvagente che ha fatto testare, nei laboratori del Gruppo Maurizi, il contenuto di 6 scatolette di cui però non sono state rese note le marche (però descritte come le “più vendute”). Secondo l’articolo:
Si trattava di confezioni di tonno sott’olio di diverse grammature: 52 grammi, 80 grammi, 108 grammi.
I tecnici di laboratorio sono andati alla ricerca di bisfenolo A nel tonno e i risultati hanno mostrato che effettivamente tutti i prodotti ne contenevano tracce. Questa sostanza è stata individuata grazie ad un pretrattamento dei campioni e successiva analisi quantitativa con GC-MS (Gascromatografia-spettrometria di massa).
Ma, specifica Il Salvagente, le tracce di bisfenolo A nel tonno erano sempre sotto i limiti di legge.
I risultati
Quindi le tracce di bisfenolo A scovate nel tonno da Il Salvagente sono sotto al limite dell’attuale normativa ma va detto che, con le nuove leggi in fase di vaglio dell’Efsa, si sta pensando di alzare fino a 100 volte le soglie. Ecco perché le soglie diventerebbero sicuramente fuori norma.
Entrando più nel dettaglio:
Le scatolette analizzate presentavano tracce di bisfenolo A nel tonno quantificate in 0,03 e 0,04 mg/kg (il limite di migrazione ammesso dal Regolamento Ue 2018/213 è 0,05 mg/kg).
Le conclusioni della ricerca
Analizzati questo dati emersi sul bisfenolo A nel tonno, gli esperti della rivista sottolineano due conclusioni:
- il monitoraggio e i limiti di sicurezza di questa sostanza vengono effettivamente rispettati dai produttori
- il bisfenolo A è però ancora presente nei prodotti che consumiamo
Non è una scoperta da poco:
Il fatto che il bisfenolo A si trovi ancora nelle scatolette di tonno, sia pure in dosi basse, rimane comunque un problema in quanto l’esposizione a questa sostanza non si esaurisce certo così. La sua presenza, sia pur nei limiti prefissati nel Regolamento (UE) 2018/213, è stata nel tempo accertata in diversi cibi e prodotti di uso comune (bottiglie di plastica, cartoni per la pizza, scontrini, ecc.). Dunque, l’esposizione della popolazione al bisfenolo A, nel complesso, rimane ancora diffusa.
E pensare che la scatoletta di tonno è la classica situazione d’approdo per pasti frugali e lavoratori che non hanno tempo di cucinarsi un pranzo o una cena. In generale, poi, non dimentichiamo che l’olio in cui questo tonno viene tenuto non è il massimo del salubre per cui non è mai consigliabile abusarne.