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arma contro il Covid-19

Siamo da qualche tempo nella Fase 2 dell’emergenza del Coronavirus in Italia, quella che il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha definito di “convivenza col virus”. Un passo in avanti rispetto al lockdown ma non ancora il traguardo. Più o mano allo stesso punto sta la ricerca sulla cura del Covid-19. Perché i diversi annunci di vaccini in autunno, dopo l’estate, italiani e non, sono stati spesso controbilanciati da esperti che ne escludono l’efficacia. E’ tutto ancora da capire ma quel che è certo è che gli scienziati non stanno con le mani in mano.

Ci sono importanti novità in tal senso che ci preme far conoscere ai nostri soci. Sembra che si sia trovata una nuova arma contro il Covid-19.

L’albumina

Ci sono buone sensazioni nel mondo della ricerca sulla cura del Coronavirus. E’ stata individuata un’arma contro il Covid-19 che ancora non si conosceva. Vediamola nel dettaglio:

Nella maggior parte dei casi, nel sangue dei malati positivi al virus è stata riscontrata una bassa quantità di albumina che espone ad un maggiore rischio di trombosi, non a caso una delle principali cause di morte di questi soggetti.

Ad affermarlo una fonte attendibile. Si tratta, infatti, del risultato di una ricerca condotta da un’èquipe guidata dal professor Francesco Violi, che è il Direttore della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma.

Lo studio

Lo studio da cui sta emergendo una nuova arma contro il Covid-19 ha coinvolto 73 pazienti ed è stato pubblicato online lunedì 8 giugno 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica americana “Circulation Research”. I malati esaminati erano stati ricoverati tra marzo de aprile nei reparti di Malattie Infettive e Terapia intensiva del Policlinico Umberto I, diretti rispettivamente dai professori Claudio Mastroianni e Francesco Pugliese.

I ricercatori hanno dimostrato che i pazienti colpiti dal Covid-19, soprattutto quelli più gravi che andavano incontro a complicanze trombotiche, mostravano valori di albumina al di sotto dei 32 grammi per litro di sangue. Un dato che, se considerato all’inverso, potrebbe dare lo spunto per creare un’arma contro il Covid-19.

Le dichiarazioni dell’esperto

E’ proprio il Direttore della I clinica Medica del Policlinico Umberto I Professor Violi a spiegare il senso e il valore di questa scoperta con queste precise parole:

Questo dato dell’albumina, oltre a dare una interpretazione fino ad ora non dimostrata del rischio di avere una trombosi per questi pazienti, apre la strada ad una identificazione precoce dei soggetti ad alto rischio e a nuove prospettive terapeutiche per ridurne le conseguenze più gravi.

In pratica, più che una cura ex post, si tratta di una preziosa ed efficace arma contro il Covid-19 in grado di fare importante azione preventiva e, quindi, di salvare vite. Lo dice ancor meglio sempre il professor Violi:

Andare a vedere nei malati il livello di albumina fa emergere i soggetti più a rischio. Bisogna valutare ora l’efficacia dell’aumento del livello di albumina in questi soggetti come arma terapeutica in più per prevenire e arginare i danni causati dal virus. Questa è una nuova chiave di lettura contro il Covid-19.

Cos’è l’albumina

Per capire a pieno le potenzialità di questa nuova arma contro il Covid-19 individuata dal Professor Violi, è bene chiarire la definizione di albumina che è:

è una importante proteina del sangue che svolge una potente attività anti infiammatoria grazie alle sue qualità antiossidanti.

Come funziona? Quando nel sangue si riduce la quantità di albumina, le cellule producono elevate quantità di radicali di ossigeno e si verifica una maggiore attivazione del sistema coagulatorio: ecco perché in questi casi cresce il rischio di trombosi.

Spiegato in modo ancora più diretto, si creano delle formazioni di grasso (dette, appunto, “trombi”) che ostruiscono arterie e vene e, nei casi più gravi, creano nell’individuo conseguenze che possono essere anche letali. In Italia

Le cause della formazione dei trombi

L’aterosclerosi è il principale meccanismo della trombosi arteriosa ed è caratterizzata dalla “formazione di depositi di placca ateromasica lungo le pareti delle arterie”. Proprio in corrispondenza di queste placche possono formarsi i coaguli di sangue che provocano l’occlusione acuta del vaso colpito e quindi una trombosi.

La tendenza alla formazione di trombi nel sistema venoso può essere invece connessa ad una condizione predisponente di tipo genetico, che in genere determina un’ipercoagulabilità, che è una tendenza del sangue a coagulare di più. Nella maggior parte dei casi, però, la probabilità di eventi trombotici, anche nei soggetti che geneticamente sono predisposti, aumenta in presenza di altri fattori di rischio.

Alcuni di essi sono connessi allo stile di vita come:

  • la sedentarietà;
  • una dieta scorretta che fa prendere peso;
  • un’alimentazione che causa un forte aumento dei livelli di colesterolo nel sangue;
  • l’immobilità prolungata e forzata, come accade a chi è ricoverato in ospedale;
  • l’aver subito un intervento chirurgico;
  • la gravidanza;
  • la presenza di una malattia infiammatoria cronica o di un tumore.

Ora che ne sai di più su questa nuova papabile arma contro il Covid-19, continua a seguire le regole dello stato e noi continueremo a tenerti informato. Insieme usciremo da questo momento di empasse.

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