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Vaccini anti Covid e malattie del cuore

Vaccini anti Covid e malattie del cuore, c’è nesso? Il tema è tutt’altro che pacifico considerando la guerra ideologica (ma non solo) che, nel pieno della pandemia e del primo lockdown in Italia, hanno iniziato a combattere i no vax. Al netto di questa discussione immensa, un “cavallo di battaglia” è sempre stato il connettere decessi e disturbi vari alla campagna di vaccinazione. Il sotto testo, di base, era che a noi tutti venisse iniettato nel corpo qualcosa di non sufficientemente testato che ci induceva, in tempi più o meno stretti, a peggiorare le nostre condizioni di salute. Adesso arriva una risposta a questo pensiero… una risposta scientifica.

Vaccini anti Covid e malattie del cuore, la scoperta

Vaccinarsi contro il Covid non ha causato un aumento del rischio di eventi avversi come infarti, ictus, arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. A dirlo non è un blog nato dall’oggi al domani senza fondamento o obbligo di rispondere ad accuse di calunnia ma uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines, coordinato da Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna.

Questa ricerca, che ha analizzato il rapporto tra vaccini anti Covid e malattie del cuore, ha seguito per diciotto mesi l’intera popolazione della provincia di Pescara, raccogliendo i dati sanitari. Ecco cosa è emerso dai numeri:

“Nessuna patologia è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati.”

Si tratta di un punto abbastanza definitivo su questa discussione.

Lo studio

La ricerca è, ad oggi, l’unica al mondo che ha impiegato le sue risorse per seguire la popolazione italiana per più di un anno. Questa è la specifica tecnica del lavoro pubblicata nel sopraccitato articolo:

“La ricerca, condotta dal Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Ateneo bolognese, in collaborazione con l’Università di Ferrara e l’Asl di Pescara, ha raccolto i dati sanitari dei residenti nella provincia abruzzese e ha analizzato la frequenza di alcune malattie gravi cardiovascolari e polmonari, tenendo in considerazione numerosi fattori come l’età, il sesso e il rischio clinico dei partecipanti.”

Le dichiarazioni

Questo presa di posizione netta della comunità scientifica sui vaccini anti Covid e malattie del cuore è stata corroborata dalle seguenti parole del professor Manzoli:

“I risultati che abbiamo ottenuto mostrano in modo netto che tra i vaccinati non c’è stato un aumento di rischio di malattie gravi. Vi sono stati casi isolati negativi, ma il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati durante la pandemia è stato confermato: sarà ora importante continuare il follow-up su un periodo più lungo.

L’analisi ha anche confermato che le persone vaccinate che hanno contratto il Covid sono più protette contro il Coronavirus rispetto a chi è guarito senza essersi vaccinato. Una maggiore incidenza delle patologie considerate è invece emersa tra chi non ha contratto il Covid e ha solo una o due dosi di vaccino, rispetto a chi ne ha tre o più.

Questo dato contro-intuitivo è dovuto a un bias epidemiologico causato dalle restrizioni attuate durante l’emergenza: l’83,2% delle persone vaccinate che non ha contratto il Covid ha ricevuto almeno tre dosi di vaccino: chi ha ricevuto solo una o due dosi non ha completato il ciclo vaccinale, o perché è deceduta o perché è stata scoraggiata dall’insorgenza della malattia.”

Al netto dei discutibili battibecchi che in rete trovano il loro humus ideale, questo passo in avanti dovrebbe mettere definitivamente a tacere quelli che temevano zone d’ombre complottistiche dietro a un lavoro nato per salvare l’umanità. Meno disinformazione su un tema dove sapere le cose può significare salvezza. E’ quello in cui crediamo noi che ai nostri soci spieghiamo se è possibile contrarre il Covid una seconda volta ma anche come e dove va avanti la comunità di ricerca scientifica su questo punto. Essere informati è come prevenire e la prevenzione salva la vita.

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