
L’emergenza Coronavirus in Italia fa ormai parte delle nostre vite dall’inizio di marzo. Un periodo che inizia ad essere lungo e che molti di noi sopportano solo pensando alla luce alla fine del tunnel. Quale? Quella rappresentata dalle ferie al mare o in montagna che ogni anno ci ricaricano le pile e l’umore per affrontare una nuova stagione. Adesso questa meta è complessa. Come sono messe le vacanze estive col Coronavirus? Adesso, finalmente, sono arrivate le risposte.
I danni al turismo in Italia
Il nostro è un paese che da sempre fonda parte della sua fortuna sulle sue bellezze. Tra mare, monti e arte, da tutto il mondo vengono per godersi tanta ricchezza. Ora che siamo obbligatoriamente chiusi a casa e che voli e treni sono off-limits, il danno economico al Turismo causato da Coronavirus è enorme. La sola città di Roma ha visto crollare del 100% gli introiti delle oltre 14mila case vacanze che offrivano alloggio a chi voleva trascorrere qualche giorno nella città eterna. E il futuro prossimo?
Le previsioni per la stagione turistica estiva col Coronavirus sono pessime. Lo dichiara con queste parole la Confcommercio in audizione alla Commissione Industria del Senato con queste parole:
La stagione turistica sarà tutta in perdita. Finita l’emergenza sanitaria, ci sarà il problema di riempire le stanze degli alberghi. I dati, infatti, dicono che potrà andare in vacanza, ad esclusione di chi ha le seconde case, solo il 20% degli italiani.
Tradotto in numeri, questo significa che, nel settore turistico, a causa dell’emergenza da Covid, le perdite potrebbero essere di 120 miliardi da qui a fine 2020.
Quali realtà rischiano
Le imprese a rischio nel commercio e nel turismo causa Covid-19 sono il 10% del totale, pari a circa 270mila, mentre i posti di lavoro che potrebbero essere persi sono 420mila. Dati inquietanti che sono confermati da Enrico Postacchini, membro di Giunta di Confcommercio, che, prevedendo le imminenti vacanze estive col Coronavirus, chiede interventi immediati a ristoro delle perdite subite così dicendo: “Gli operatori hanno perso la pazienza perché non hanno visto nulla oltre ai 600 euro”.
Il protocollo 2020 per mare, spiagge e stabilimento balneari
Non è facile immaginare le vacanze estive col Coronavirus. Molte fake news hanno inquinato acqua già avvelenate e l’umore degli italiani è sceso sotto terra. Adesso le chiacchiere stanno a zero. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), insieme all’Inail, ha firmato un protocollo con le nuove regole al mare e lo scenario che si apre non è per nulla confortante.
Stando al documento ufficiale su come andare al mare col Coronavirus, sarà un’estate 2020, in spiaggia, caratterizzata dal distanziamento e dalla protezione. Sono questi i due concetti fondamentali su cui si basa il protocollo, composto da regole molte rigide che alcuni definiscono già quasi impossibili.
La battaglia è appena iniziata. Combattono nell’interesse di avere vacanze estive col Coronavirus degne di essere vissute le associazioni di categorie delle imprese del turismo delle spiagge partendo dall’idea che questo protocollo sia insostenibile.
Le 11 regole per andare al mare col Coronavirus
Vediamo insieme cosa prevede il protocollo 2020 per mare, spiagge e stabilimento balneari:
- Stabilimenti aperti per fascia oraria, e sempre con PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA;
- Favorire i pagamenti CONTACTLESScon carta o bancomat, e meno l’uso dei contanti;
- Evitare tutte leattività LUDICO SPORTIVE;
- Differenziazione dei PERCORSIdi accesso alla spiaggia e allo stabilimento e al mare;
- Un minimo 4,5 metri di distanza tra ombrelloni della stessa fila;
- Un minimo 5 metri tra file di ombrelloni;
- Un minimo 2 metri tra lettini;
- Igienizzazione dei lettini;
- Distanziamento tra BAMBINI;
- Vietato uso promiscuo delle cabine;
- Vietato uso delle PISCINE.
Il caso specifico dei ristoranti in spiaggia
Le prossime vacanze estive col Coronavirus ci vedranno mantenere una distanza di 4 metri tra un cliente e l’altro dei ristoranti e impossibilità di usare i buffet. Nel documento di Inail e Iss sulla ristorazione estiva 2020 si sottolinea anche l’importanza dell’introduzione della prenotazione obbligatoria.
Le spiagge libere
Molte spiagge libere 2020, degli 8 mila chilometri di costa del nostro Paese, saranno a numero chiuso, ovvero, nelle zone dove lo spazio è stretto, gli accessi saranno regolamentati e si entrerà fino a raggiungere un numero predefinito di persone.
Stiamo a vedere. Non è ancora detta l’ultima sulle vacanze estive col Coronavirus. Nell’interesse del tempo libero dei nostri soci, vi terremo tutti informati.