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Primo trapianto di cuore di maiale sull'uomo

La notizia sta facendo il giro del mondo. Per la prima volta è stato eseguito un trapianto di cuore suino geneticamente modificato su un uomo. Il successo dell’operazione, però, ha diviso l’opinione pubblica perché subentrano tantissimi problemi dai diritti degli animali alla certezza medica (che non si può avere) che tutto vada per il meglio. Di certo, nelle liste lunghissime di chi attende, sapere di questo trapianto di cuore di maiale accende non poche speranze. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

I dettagli del trapianto

Come raccontato dall’équipe medica dell’ospedale di Baltimora:

David Bennett, 57enne che vive nel Maryland, era affetto da una grave patologia cardiaca, ma purtroppo risultava non idoneo ad un trapianto di cuore umano. Così, i chirurgi hanno deciso di proporre il trapianto di un cuore di suino geneticamente modificato. O morire o fare questo trapianto.

Tecnicamente l’operazione del trapianto di cuore del maiale è durata otto ore e, fortunatamente, non ha avuto complicazioni. Anzi, secondo il parere dei medici è stato un gran successo. Il dottor Bartley Griffith, Direttore del programma di trapianto cardiaco presso il centro medico di Università del Maryland, in merito ha detto:

Siamo entusiasti, ma non sappiamo cosa ci porterà domani. Questo non è mai stato fatto prima. Ad oggi il cuore funziona e sembra normale!

Le incognite sul futuro del paziente

Se è andato alla grande il trapianto di cuore di maiale, non significa che ci siano solo certezze nella vita di Bennett, che è ancora collegato a una macchina cuore-polmone, che lo teneva in vita prima dell’operazione. Essendo un primo esperimento, è presto per sbilanciarsi e ovviamente il paziente è costantemente monitorato:

I rischi sono diversi, tra cui quello di contrarre il retrovirus suino, pericoloso per l’uomo.

Il cuore proveniente da un maiale geneticamente modificato

La notizia curiosa su questo trapianto di cuore di maiale è capire da dove arrivava l’organo che ha ricevuto il signor Bennett:

Proveniva da un maiale geneticamente modificato (con ben 10 modifiche genetiche) fornito da Revivicor, un’azienda di medicina rigenerativa che ha sede a Blacksburg, in Virginia. Come chiarito dal team di medici, un gene della crescita è stato inattivato in modo da impedire al cuore del maiale di continuare a crescere dopo il trapianto. Inoltre, sei geni umani sono stati inseriti nel genoma del maiale donatore per rendere l’organo più compatibile al sistema immunitario dell’uomo.

Non è la prima volta che i cuori di maiale sono stati trapiantati con successo nei babbuini dal dottor Muhammad Mohiuddin, professore di chirurgia presso la School of Medicine dell’Università del Maryland ma mai s’era fatto sull’uomo, per la paura di innescare una risposta immunitaria pericolosa hanno precluso finora i trapianti di cuore suino sugli esseri umani. Almeno finora.

La nascita del mercato dei trapianti di cuore di suini

Premesso che quello effettuato a Baltimora è ancora un esperimento, in tanti si sono chiesti se questa stessa procedura possa essere seguita a breve anche in altri casi. Per il momento la risposta è negativa perché ancora troppo piena di incognite. In realtà, gli scienziati lavorano da tempo per trapiantare gli organi dei maiali sugli esseri umani, ma soltanto negli ultimi dieci anni la ricerca ha fatto passi da gigante grazie alle nuove tecnologie di editing genetico e clonazione. Non a caso, il dottor David Klassen, Direttore medico della United Network for Organ Sharing ed esperto in trapianti, ha dichiarato:

Questo trapianto di trapianto di cuore del maiale è un evento spartiacque. Stanno iniziando ad aprirsi porte che potrebbero portare a grandi cambiamenti nel modo in cui trattiamo l’insufficienza d’organo. Tuttavia, la strada è ancora lunga e in salita.

Gli xenotrapianti fin’ora avevano interessato operazioni minori:

Ad esempio la pelle dei suini viene usata per chi ha subito ustioni, mentre le valvole cardiache dei suini vengono utilizzate per chi ha soffre di problemi cardiaci. E negli anni ’80 ha destato scalpore la notizia di un trapianto di cuore di un babbuino su una bambina, che però riuscì a sopravvivere soltanto poco più di due settimane.

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