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Ruolo dell’intestino nel futuro della medicina

L’importanza della ricerca nella scienza è basilare. Ci siamo molto evoluti negli anni e il tempo medio di vita si è allungato di tanto grazie alle molte scoperte. Dai semplici farmaci di uso comune come la Tachipirina 1000 agli interventi più sostanziali, questa è la strada da percorrere e non ci si deve mai stancare di farla. In quest’ottica è notizia di queste settimana il ruolo dell’intestino nel futuro della medicina. Ecco cosa si è scoperto in merito.

Il ruolo dell’intestino nel futuro della medicina, cosa si sa

Questo è quello che sta facendo parlare nella comunità scientifica:

“Nel 2023, in quest’anno, la nostra comprensione dei microorganismi che vivono all’interno dell’intestino umano – il cosiddetto microbiota intestinale – porterà a nuove idee per la medicina. Oggi sappiamo che i microbi intestinali favoriscono lo sviluppo e sostengono il nostro sistema immunitario. Lo fanno producendo in grandi quantità tre tipi di molecole di acidi grassi a catena corta: l’acido acetico, l’acido propionico e l’acido butirrico (o butanoico). Quest’ultimo promuove l’attività delle cellule immunitarie note come linfociti T. Queste cellule sono specializzate nel “disattivare” altre cellule immunitarie, una funzione fondamentale per evitare che il sistema immunitario danneggi l’organismo. Anche gli altri acidi grassi a catena corta influenzano le cellule immunitarie e quelle che rivestono l’intestino, processi dei quali però al momento non abbiamo una comprensione profonda .”

Le potenzialità del microbiota

Volendo semplificare il discorso:

“Un alto livello di molecole di acidi grassi riesce a “calmare” il sistema immunitario, creando un ambiente “antinfiammatorio” non solo a livello locale nell’intestino ma anche nel resto del corpo. Questa funzione riveste un ruolo importante in numerosi contesti, tra cui la gestione o la prevenzione delle allergie.”

Considerato che le allergie sono causate da reazioni immunitarie indesiderate contro elementi che vengono per sbaglio considerati dannosi, un supporto per smorzare queste risposte immunitarie o per favorire lo sviluppo nell’organismo di questa capacità potrebbe palesarsi come essenziale per la prevenzione delle allergie.

Alcune evidenze scientifiche sottolineano che il microbiota intestinale raggiunge proprio questo scopo, supportando il sistema immunitario nello sviluppo così da evitare le allergie. La ricerca effettuata sostiene questo:

“Nell’intestino dei topi sottoposti a una dieta ad alto contenuto di fibre, per esempio, è stata riscontrata una produzione di alti livelli di acidi grassi a catena corta, che sono associati a una minore probabilità di sviluppare l’asma negli animali. Anche un studio su scala ridotta condotto su bambini piccoli ha rilevato che i soggetti allergici presentavano livelli più bassi di acidi grassi a catena corta nelle feci. Queste osservazioni tuttavia rappresentano al momento solo correlazioni. “

Il ruolo dell’intestino nel futuro della medicina, lo sviluppo tecnologico

Tutto questo è reso possibile da una strumentazione nei laboratori che verrà usata per sequenziare rapidamente grandi quantità di materiale genetico. Non solo. Sono stati sviluppati nuovi hardware e software che ci danno modo di:

  • selezionare le diverse sequenze dei geni microbici
  • cercare modelli all’interno dei dati
  • correlare i risultati con altri fattori, come la dieta o lo stato di salute di una persona.

Per la scienza dei big data i tentativi di comprendere il microbioma umano sono diventati una priorità. I probiotici, che sono alimenti o integratori a cui sono aggiunti batteri vivi, diventano di fatto una possibilità sul fronte della manipolazione del microbioma. Hanno dimostrato che possono alleviare i sintomi di una malattia in corso, come la sindrome dell’intestino irritabile, e probabilmente anche dare una mano nello scongiurare gli effetti collaterali derivanti dall’assunzione di antibiotici.

Per completezza e correttezza d’informazione va detto che le autorità sanitarie in Europa e negli Stati Uniti non hanno ancora approvato l’uso dei probiotici come farmaco.

Conclusioni

Al momento c’è da fare i conti con questo grande problema scientifico:

“L’immensa variabilità nella composizione dei microbi intestinali di ogni individuo non ci permette di stabilire con precisione cosa sia un microbo “sano”. Un aspetto che sembra rilevante sarebbe la presenza di un gruppo di batteri diversi (nessuno dei quali palesemente pericoloso). Al di là di questo però sappiamo ancora poco. Quando avremo più certezze, saremo in grado di progettare e produrre cocktail di microbi sani da somministrare come farmaci.”

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