skip to Main Content
Ricordo delle vittime del Coronavirus

La fase 2 dell’emergenza Coronavirus è iniziata da poco ma già arrivano fotografie allarmanti. Si capisce che la gente sia stata molto sotto pressione in questi sessanta (e più) giorni di isolamento domestico ma il Presidente Giuseppe Conte è stato chiaro quando ha parlato di “periodo di convivenza col virus”. Purtroppo non è finito nulla e la battaglia è solo ad un nuovo capitolo. E’ nostro dovere nei confronti dei nostri soci ricordare che ci vuole ancora molta prudenza e che è propria ora che scenderà la soglia di attenzione e, quindi, potrebbero cadere vittime soggetti altrimenti meno a rischio.

Come? Associando gli occhi al cuore.

Le immagini del ricordo delle vittime del Coronavirus

Il ricordo delle vittime del Coronavirus non deve scemare. Non dovrà accadere quando tutto questo sarà passato per rispetto delle vittime cadute e non deve accadere ora perché il rischio contagio è più alto adesso che tutti si stanno rilassando. E’ necessario, per tutte queste ragioni, tenere vivide quelle immagini simbolo di questa lunga emergenza sanitaria Covid-19 che sono state l’emblema di una sciagura che è toccata a tante (troppe) famiglie.

Quel ricordo delle vittime del Coronavirus ci porta ad un momento in cui sembrava non potessimo più uscirne tanti erano i morti da Coronavirus. Quelle bare in quei camion dell’esercito in colonna a Bergamo, non vanno mai più messe da parte. Non a caso quelle foto hanno fatto il giro del mondo e, sempre non a caso, ora uno dei militari che la notte tra il 18 e il 19 marzo trasportarono le bare di decine di persone morte di Coronavirus a Bergamo, lascia le sue toccanti parole.

La testimonianza del militare che portò le bare di Bergamo

Il ricordo delle vittime del Coronavirus più intenso in queste ore è affidato a Tommaso Chessa, che presta servizio a Solbiate Olona, nel Varesotto, e fa parte del Reggimento di supporto tattico e logistico del Corpo d’armata di reazione rapida della Nato in Italia. Il giovane militare ha voluto condividere sui social network il suo pensiero esprimendolo così:

Tu guidi, scambi due chiacchiere con il collega alla parte opposta della cabina, ma quando per forza di cose, per un istante il silenzio rompe la tua routine, il tuo pensiero si posa su di loro, realizzi che dentro quel camion non siamo in due, ma in sette… cinque dei quali affrontano il loro ultimo viaggio.

Il post di Chessa

Il ricordo delle vittime del Coronavirus comincia così, con un post condiviso alla vigilia della fase 2 dell’emergenza Coronavirus, ricordando i momenti in cui era al volante di uno dei camion dell’esercito:

Ti rendi conto di essere la persona sbagliata, o meglio, qualcuno doveva essere al posto tuo ma purtroppo non può… tocca a te… ed è li che senti addosso quella grande responsabilità, qualcosa che ti preme dentro, ogni buca, ogni avvallamento sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti…
poi arrivi lì alla fine del tuo viaggio, dove ti ritrovi ad abbandonare ‘il tuo carico’, oramai fa parte di te, come se ti togliessero una parte di cuore, ed è li che cerchi di capire l’identità del tuo compagno di viaggio.

Il militare chiosa con questo monito:

La cosa che mi dispiace di più, nonostante questo, amici e famigliari, continuano a non rendersi conto che tutto questo non è uno scherzo, la gente muore, chi non muore soffre, facile dire qua non siamo a Bergamo… Bene, abbiate la coscienza ed il buon senso di tutelare i nostri cari che hanno la fortuna di vivere in posti più sicure, ma non dimenticate che sbagliare è un attimo…
Spero un giorno di poter conoscere i cari dei miei compagni del loro ultimo viaggio, ma se così non fosse sappiano che c’ho messo l’anima!.

Quanto è importante questo ricordo delle vittime del Coronavirus e quanto lo sarà in futuro per la nostra salvezza! Condividendo con tutti noi il profondo legame creatosi con le persone che stava trasportando nonostante non ne conoscesse l’identità il militare ha ricordato a tutta l’Italia che è davvero troppo presto fare aperitivi sui navigli o cene con i parenti sotto il cielo di Roma.

La lotta al Coronavirus prosegue e va combattuta con la stessa voglia dell’inizio. Noi, da parte nostra, continueremo a tenere informati i nostri soci sulle più rilevanti novità per restare in guardia e salvaguardare le famiglie.

Back To Top