
Non è la prima volta che parliamo di Alzheimer e non abbiamo intenzione di rallentare i ritmi perché si tratta di un disturbo molto più diffuso di quel che si crede e di cui si sa poco e si dice di meno. Per esempio, è sempre più dimostrabile e dimostrato che una corretta azione di prevenzione possa fare molto nei soggetti a rischio rallentando l’evolversi del tutto ed evitando alcuni attacchi acuti. Nuove scoperte in tal senso si sono fatti in questi giorni e noi le riportiamo prontamente ai nostri soci.
Cos’è l’Alzheimer
Secondo la scienza, questa è la corretta definizione di Alzheimer:
Si tratta di una malattia del cervello correlata all’età ed è la prima causa di demenza nel Mondo. Nonostante gli enormi sforzi e le innumerevoli ricerche pubblicate, ancora non abbiamo tutte le informazioni necessarie per curare la malattia. Perché è una malattia complessa multifattoriale.
Non c’è, quindi, da stupirsi se molti studi si siano concentrati sulla relazione tra la malattia e il cibo che ingeriamo. Ecco cosa s’è scoperto sulla prevenzione dell’Alzheimer.
Le novità sulla prevenzione dell’Alzheimer
In articoli precedenti ci siamo occupati di come alcune spezie possano limitare la neurotossicità dell’Alzheimer e anche di quali vitamine assumere per rallentare o migliorare la malattia. Questa volta è il caso di accendere i riflettori su una scoperta importante sulla prevenzione dell’Alzheimer appena pubblicata che ci fornisce un’indicazione precoce della malattia (fino a 5 anni prima che la malattia si manifesti):
Molti non sanno ancora che per prevenire l’Alzheimer potrebbe bastare assumere nutrienti ricchi di queste molecole.
Radicali e cibo
I radicali liberi possono essere definiti come:
qualsiasi specie chimica (molecola o atomo) che contiene un elettrone spaiato.
Da un punto di vista chimico, questo significa che c’è una grande instabilità e reattività della specie chimica:
Proprio in virtù di questa loro reattività, i radicali liberi sono in grado di interagire, modificare o danneggiare il nucleo cellulare, le membrane, le proteine o il DNA. I radicali liberi, così come le specie reattive dell’ossigeno (ROS) o dell’azoto, si formano in stati fisiologici o patologici dell’organismo. Per contrastare lo stress ossidativo dei radicali liberi è necessaria l’azione degli antiossidanti.
A questo punto è necessario spiegare cosa sono gli antiossidanti:
Sono delle molecole abbastanza stabili tali da donare un elettrone a un radicale libero scatenato e neutralizzarlo, riducendo così la sua capacità di danneggiare. Alcuni antiossidanti, tra cui glutatione, ubiquinolo e acido urico, vengono prodotti durante il normale metabolismo nel corpo. Altri possono essere introdotti con la dieta: i cavoli, l’oro del Mediterraneo o le fragole, per esempio, ne sono ricchi.
Più in generale, molti cibi e bevande che normalmente si trovano nella dieta mediterranea, sono degli importanti serbatoi di antiossidanti. I principali micronutrienti (vitamine) antiossidanti sono:
- la vitamina E (α-tocoferolo)
- la vitamina C (acido ascorbico)
- il B-carotene
La scoperta
Semplificando il discorso scientifico dietro alla novità sulla prevenzione dell’Alzheimer, significa che è stato scoperto che, per prevenire l’Alzheimer, potrebbe bastare assumere nutrienti ricchi di queste molecole:
In uno studio appena pubblicato (Ben Khedher MR et al, 2021), i ricercatori hanno scoperto che lo squilibrio ossidazione-antiossidante può essere un importante indicatore precoce dell’Alzheimer. In precedenza, invece, si pensava che questo squilibrio fosse una conseguenza della malattia e come tale non aveva nessuna valenza di prevenzione.
Gli studiosi hanno dimostrato che diversi marcatori ossidativi coinvolti nella malattia di Alzheimer mostrano un aumento, fino a cinque anni prima dell’insorgenza della malattia. Questi marcatori ossidativi possono essere evidenziati con un semplice esame del sangue. Tutto ciò comporta, sul piano pratico, l’introduzione di due fondamentali novità. La prima è che abbiamo un campanello di allarme in grado di avvisarci della malattia molto tempo prima della sua manifestazione. La seconda è che, in teoria, potrebbe bastare assumere antiossidanti attraverso la dieta o attraverso integratori, per ridurre lo stress ossidativo e allontanare la malattia.
E’ chiaro che la cautela sui risultati esposti è d’obbligo. E’ vero che la scienza avanza step by step ma non ci si deve mai lanciare oltre l’ostacolo. Per accettare come oggettivamente vere queste novità sulla prevenzione dell’Alzheimer si aspetteranno le dovute rilevanze scientifiche.