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Chiusura della scuola per Coronavirus

La situazione emergenza Coronavirus in Italia sta degenerando. E’ piuttosto evidente. I numeri aumentano in modo vertiginoso ed ogni ora arrivano nuove (pessime) notizie. Che arrivi o no il fatidico secondo lockdown (assai probabile), resta il grande snodo di molte famiglie italiane: che fine farà la formazione e l’istruzione dei figli? I mesi del primo isolamento sono stati tamponati grazie ad un immenso sforzo dei docenti e ad un grande coinvolgimento dei genitori nella gestione della formazione a distanza ma adesso? Le istituzioni sembrano ancora voler escludere quest’opportunità della chiusura della scuola per Coronavirus, soprattutto per i più giovani.

Le dichiarazioni del sindaco di Milano

Sul tema della chiusura della scuola per Coronavirus parla il sindaco di Milano, capoluogo di una regione sempre al centro di numeri spaventosi. In merito Giuseppe Sala dice:

Siamo totalmente contrari e lo voglio dire con chiarezza alla sola didattica a distanza per le superiori. Ci opporremo. Non ha senso in questo momento, bisogna alternare didattica in presenza e a distanza, così deve essere per tutti gli ordini di scuole.

Nello specifico, il suo era un commento all’ordinanza della Regione Lombardia, uscita mercoledì scorso e che prevede la didattica a distanza per tutti gli studenti delle scuole superiori lombarde a partire da lunedì prossimo, sulla quale continua a commentare:

Noi sindaci l’abbiamo vista ma eravamo concentrati sul tema del coprifuoco. Questa cosa ci è scappata e da quando ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti, oggi alle 13 incontreremo di nuovo in video il presidente Fontana.

La scuola deve essere l’ultima a chiudere, poi ovviamente nessuno di noi ha la sfera di cristallo, vedremo come andranno le cose, ma al momento no. Con buonsenso, perché un po’ di alternanza ci sta, ma non si può chiudere adesso.

fatto un comunicato mercoledì sera come Anci dicendo che volevamo rivedere la questione, quindi noi ci opporremo e spero che Fontana lo modifichi magari è scappato anche a lui, non lo so. Però così non va bene.”

Sul ruolo dei sindaci nella chiusura della scuola per Coronavirus

Sala non è d’accordo neanche sul ruolo che gli si cerca di dare bella gestione della didattica a distanza della città e lo esprime chiaramente con queste parole:

Bisogna conciliare la fretta nel fare le azioni con la comunicazione, prima di  parlare agli italiani bisogna veramente condividere le cose. Faccio un esempio, io rispetto molto il Presidente del Consiglio ma l’idea di scaricare sui sindaci la chiusura di piazze, di vie improvvisata senza che noi sapessimo niente è sbagliata. Ma non tanto perché si dà la responsabilità ai sindaci.

Ad esempio, per chi conosce Milano, chiudo corso Como? Chi vuole si trasferisce in piazza Gae Aulenti che è a 150 metri, chiudo anche Gae Aulenti e vanno al quartiere Isola. Queste cose vanno pensate, vanno verificate con chi sta sul territorio. In questo momento servono nervi saldi ma prima di parlare bisogna pesare parola per parola e condividere tutto, perché poi ci siamo noi sul territorio a fare funzionare le cose.

L’intervento del Ministro Azzolina

Non è una voce fuori dal coro quella di Sala sulla chiusura della scuola per Coronavirus. La pensa in modo simile anche il Ministro dell’Istruzione Azzolina che scrive al Presidente della Regione Lombardia testuali parole:

In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse.

Il caso della Regione Lazio

Intanto la Regione Lazio è ancora lontana dalla chiusura della scuola per Coronavirus ma sta già al suo primo coprifuoco. Da mezzanotte alle sei, infatti, sarà vietato girare per la città salvo rari casi eccezionali e previa autodichiarazione che si trova a questo link. La ratio dell’intervento è di tenere a bada i giovani ma non i bambini. Al centro della disposizione, infatti, c’è la movida notturna dei ventenni che si assembrano spesso noncuranti delle regole di distanziamento e di obbligo di mascherina.

Con questi orari non si colpirà la ristorazione, che fino a mezzanotte potrà servire cene nel rispetto delle norme anti-Covid, né i teatri. Diverso il discorso per club e discoteche che sembrano non vedere la fine dell’annus horribilis dopo mesi di silenzio assoluto e rinnovati divieti che rendono quasi impossibile portare avanti l’attività.

I numeri dei contagi

Quello che consigliamo a tuti gli associati Cassa Mutua Lazio è di tenere d’occhio i numeri dei contagi per avere chiara la situazione nella sua gravità e per cercare di organizzare al meglio la propria vita lontana dai punti caldi.

Se informazione è prevenzione, noi siamo qua a raccontare quel che è necessario sapere in modo costante e puntuale.

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